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Attualità

La farmacia cambia volto (forse): tra punture, prelievi e fisioterapia

I decreti del Ministero della Salute, quelli sulla «Farmacia dei servizi», promettono una vera e propria rivoluzione. Ma già sorgono dubbi sull’attuabilità dei provvedimenti

Una rivoluzione. Per le 17.796 farmacie d’Italia, e per tutti i loro clienti, i decreti sulla «Farmacia dei servizi» promettono una vera e propria rivoluzione. Non più solo vendita dei farmaci, le farmacie si aprono a tutta una rosa di servizi extra, che vanno dai test autodiagnostici alla possibilità di effettuare analisi specifiche, fino alla presenza in farmacia di infermieri e fisioterapisti e addirittura alla possibilità di prenotare visite e avere referti di laboratorio direttamente in farmacia.

Il cambiamento si sta compiendo gradualmente in questi mesi con l’entrata in vigore di tre diversi decreti; il primo, in vigore da più di un mese, ha autorizzato le farmacie ad attrezzarsi per effettuare i test autodiagnostici e tutta una serie di analisi specifiche. Per quanto riguarda i test autodiagnostici, quelli solitamente gestibili dai pazienti in autonomia, le farmacie possono mettere a diposizione dei pazienti più fragili e non autosufficienti, degli operatori sanitari che li guidino. Quindi tutta una serie di analisi specifiche (che non contemplino però prelievi di sangue) come quelle atte a controllare la glicemia, il colesterolo oppure i trigliceridi; nonchè le analisi delle urine, oppure quelle inerenti l’ovulazione, la gravidanza e la menopausa.

Ma non solo, il secondo decreto, quello in vigore questa settimana, rende possibile in farmacia la presenza di infermieri e addirittura fisioterapisti, per garantire una serie di prestazioni, alcune anche a domicilio, sempre, comunque, dietro stretta prescrizione medica. I primi «nell’ambito delle competenze del proprio profilo professionale» potranno offrire «supporto» per le analisi di autocontrollo, medicazioni e punture intramuscolo, e anche effettuare «attività di educazione sanitaria», senza trascurare «iniziative finalizzate a favorire l’aderenza dei malati alle terapie». Per ciò che riguarda i fisioterapisti, sempre sotto prescrizione medica, potranno «decidere percorsi di prevenzione e riabilitazione, oltre che attività terapeutica per la rieducazione funzionale delle disabilità motorie, psicomotorie e cognitive e viscerali», e infine potranno valutare gli effetti della terapia rispetto agli obbiettivi di recupero funzionale.

La rivoluzione sarà compiuta (forse) con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale e quindi l’entrata in vigore del terzo decreto, quello che riguarda l’attivazione del servizio Cup per prenotare visite e avere referti e responsi di laboratorio direttamente in farmacia.

Una rivoluzione?Una serie di cambiamenti non da poco, che effettivamente promettono una rivoluzione nel panorama italiano. Una rivoluzione però, che prima di compiersi si deve confrontare con l’effettiva applicabilità delle norme previste dai decreti. Una volta in vigore tutti i decreti le farmacie potranno si offrire una serie di servizi extra, ma a patto che rispettino una serie di condizioni. Prima di tutto, questi servizi «non essendo previsti oneri aggiuntivi per la finanzia pubblica» saranno a carico del cittadino, quindi a pagamento. Poi, tutti i servizi dovranno essere erogati in spazi «dedicati e separati dagli altri ambienti che consentano l’uso, la manutenzione e la conservazione delle apparecchiature dedicate in condizioni di sicurezza, nonché l’osservanza della normativa in materia di protezione dei dati personali». Insomma dei vincoli non indifferenti che forse scoraggeranno qualche farmacia a diventare effettivamente «Farmacia dei servizi».