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Attualità

Italia, sempre meno leggi e controllo dal Parlamento

Sempre meno leggi arrivano dal Parlamento, che fatica anche a svolgere la sua funzione di controllo sull’operato del governo. Siamo ancora una Repubblica parlamentare? È la domanda, più che lecita, che emerge dall’ultimo rapporto Camere Aperte 2013, indagine che l’associazione Openpolis dedica al Parlamento Italiano, per monitorare e valutare l’attività di deputati e senatori attraverso l’analisi di dati e statistiche. Il focus del rapporto, giunto alla terza edizione e presentato oggi al Senato, è l’attività svolta nel corso della XVI legislatura dai due Governi che l’anno guidata, quello di Silvio Berlusconi e quello tecnico di Mario Monti.

SEMPRE PIÙ POTERE AL GOVERNO. Secondo l’analisi di Openpolis i due governi si inseriscono in “un percorso politico-istituzionale che, negli ultimi vent’anni, ha visto crescere sempre più il peso degli Esecutivi e l’importanza del loro ruolo rispetto i poteri e le funzioni del Parlamento”. Una tendenza che, si sottolinea nel rapporto, è diventata sempre più marcata con Berlusconi fino a imporsi definitivamente con Monti, che lanciando l’appello “a far presto” ha chiesto ed ottenuto margini di manovra immensi, impensabili per i suoi predecessori.

I NUMERI. La misura di tutto questo viene resa immediatamente dai dati sul procedimento legislativo, ovvero sulle leggi fatte. Delle 387 leggi approvate ben 297 sono di origine governativa (e con un iter di 130 giorni) e solo 90 quelle parlamentari (il cui iter però ha richiesto più di 600 giorni). Il Governo Monti, si sottolinea nel rapporto Camere Aperte 2013, ha poi utilizzato in maniera sistematica lo strumento del voto di fiducia, percentualmente triplicandone la frequenza rispetto all’Esecutivo Berlusconi. A un Parlamento defraudato del suo potere legislativo non è stata neppure riconosciuta la sua funzione di controllo sull’operato del Governo. Interrogazioni e interpellanze di deputati e senatori sono state per lo più ignorate: se il Governo Berlusconi ha risposto poco (39%) il Governo Monti ha fatto decisamente peggio (29%).

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LE PRIORITÀ DEI DUE GOVERNI. Confrontare Berlusconi e Monti, si legge nella nota di Openpolis, vuol dire anche rifarsi alle loro agende politiche e alle priorità che hanno dato ai lavori parlamentari. Se la cifra riassuntiva può essere “Giustizia” per il primo e “Imprese” per il secondo, possiamo inoltre individuare alcuni argomenti su cui si è registrata in particolare la maggior differenza di interesse fra i due. Mentre Berlusconi ha un saldo positivo su “testamento biologico”, “istruzione” e “immigrazione”, Monti ha invece preferito altri temi, come “rifiuti”, “casa” e “pensioni”.

VISUALIZZA o SCARICA il rapporto Camere Aperte 2013

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Mario Monti e Silvio Berlusconi, sono stati gli ultimi due premier italiani