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Riforma Pesenti, Confindustria cambia faccia (prima della politica)

Pronto il testo della ‘riforma Pesenti’, a breve approvato dalla giunta. Tra gli interventi: tagli alla spesa, governance più snella e meno peso associativo per settori non strategici come la grande distribuzione

Rivoluzione in Confindustria. La federazione di rappresentanza del mondo industriale, al momento guidata dal presidente Giorgio Squinzi, si prepara ad apportare importanti modifiche alla sua organizzazione interna nell’ottica di un contenimento dei costi e di una struttura più snella che possa, tra l’altro, fornire servizi qualitativamente migliori. La riforma porta il nome di Carlo Pesenti che, nell’ultimo anno, ha guidato un apposito comitato chiamato ad ascoltare la base dell’associazione; il testo-bozza, di oltre 170 pagine, sarà approvato dalla giunta – il cui nuovo nome sarà Consiglio generale – domani attraverso un voto palese (si prevede un dissenso interno non superiore al 15%).

LE NOVITÀ DELLA RIFORMA PESENTI. Uno dei principali interventi della riforma Pesenti sarà quello sulla spesa: gli attuali costi di funzionamento (circa 500 milioni di euro) saranno tagliati del 20-30% e i risparmi saranno dirottati per sostenere settori di punta come l’internazionalizzazione e l’accesso al credito. Inoltre, la nuova governance scenderà da tre a due livelli (scomparirà il direttivo); la giunta sarà più snella passando da 240 a 150 membri e il Consiglio di presidenza sarà dimezzato (dieci membri al massimo). Sarà eliminato il comitato Mezzogiorno, sostituito da uno di Coesione territoriale e sarà modificato anche il meccanismo di elezione del presidente: tempi più rapidi e i tre saggi (coloro che raccolgono le candidature) saranno scelti per sorteggio tra un panel selezionato dal consiglio generale.Anche la struttura associativa, come riporta un articolo del Corriere della Sera, sarà più snella: si passera da 120 a 50 associazioni territoriali (abolite quelle con meno di 500 mila euro di entrate) e le 140 di categoria passeranno a un massimo di 30. Sarà dato meno peso, inoltre, ai settori non strategici alla valorizzazione della “sala macchine dell’economia” (il manifatturiero) come per esempio la grande distribuzione; le associazioni non strategiche rimarranno iscritte ma solo in qualità di soci ordinari e con diritti ridotti rispetto a quelli effettivi.

PRIMA DELLA POLITICA. Il nuovo assetto è una risposta alla richiesta della base confindustriale, che aveva espresso esigenze di cambiamento già in occasione della presentazione dei programmi per l’elezione dell’ultimo presidente di Confindustria. E non senza una certa soddisfazione, si sottolinea nell’articolo del quotidiano, nell’entourage del presidente Squinzi si fa notare che viale Astronomia ha risposto molto prima della politica al bisogno di rinnovamento chiesto dalla società civile.

Credits Images:

Giorgio Squinzi, patron di Mapei e attuale presidente di Confindustria