A un anno dalla morte di Steve Jobs

Il mondo ricorda la scomparsa del fondatore di Apple, che vive ancora nelle menti dei suoi fan, ma soprattutto, nel dna della sua azienda

Esattamente un anno fa Apple annunciava la morte del suo eroe, ceo e fondatore Steve Jobs. Era il 5 ottobre del 2011 e Tim Cook (attuale ceo) aveva appena presentato l’ultima generazione di iPhone, il 4S; lo smartphone con l’assistente virtuale Siri, un’innovazione – l’ultima testata da Jobs in persona – grande tanto quanto l’idea di presentare un cellulare solo touch screen (ormai imitato in tutto il mondo) e che i fan di lingua italiana hanno imparato ad apprezzare solo con il più recente sistema operativo iOs 6. Il video-tributo di AppleChi ha avuto la possibilità di leggere l’unica biografia ufficiale del fondatore di Apple, quella scritta da Walter Isaacson (Steve Jobs, Mondadori) ha probabilmente scoperto la vera natura di un uomo che difficilmente ha suscitato indifferenza al grande pubblico e alle persone che lo circondavano. “Steve Jobs non è stato né un capo né un uomo modello; non è stato la persona ideale da emulare” scrive Isaacson. “Trascinato dai suoi demoni, ha fatto infuriare e disperare chi gli stava vicino. Ma la sua personalità, le sue passioni e i suoi prodotti erano, come in fondo l’hardware e il software Apple, tutti strettamente interconnessi, come facessero parte di un sistema integrato”. È stato senza ombra di dubbio un imprenditore creativo, “la cui passione per la perfezione e il cui carisma feroce hanno rivoluzionato sei settori di attività: personal computer, cinema di animazione, musica, telefonia, tablet, Pc ed editoria elettronica. Se ne potrebbe aggiungere anche un settimo, i punti vendita, che Jobs non ha del tutto rivoluzionato, ma ha decisamente riconfigurato. Inoltre, ha aperto la strada al nuovo mercato dei contenuti digitali basati sulle applicazioni anziché sui soli siti Web”. Da un garage alla vetta del mondoIn una delle frasi più celebri Jobs ha ammesso: “essere l’uomo più ricco del cimitero non mi interessa… andare a letto la sera dicendo che abbiamo fatto qualcosa di fantastico… è questo che mi interessa”. Il suo obiettivo fondamentale era fare quello che avevano fatto Bill Hewlett e il suo amico David Packard con Hp: dare vita a un’industria così intrisa di creatività e spirito innovativo da sopravvivere ai suoi fondatori. A un anno dalla sua scomparsa, possiamo affermare che ci è riuscito.

VIDEO – “Stay hungry, stay foolish” l’indimenticabile discorso di Jobs a Stanford

Frasi celebri di Steve Jobs:– Da ragazzo mi ero sempre ritenuto un “letterato”, ma mi piaceva l’elettronica» disse. «Poi lessi che uno dei miei eroi, Edwin Land, l’inventore della Polaroid, aveva sottolineato l’importanza delle persone capaci di porsi all’intersezione tra discipline classiche e discipline scientifiche, e pensai che era proprio quello che desideravo fare io.

– Essere l’uomo più ricco del cimitero non mi interessa… andare a letto la sera dicendo che abbiamo fatto qualcosa di fantastico… è questo che mi interessa.

– Sono convinto che circa la metà di quello che separa gli imprenditori di successo da quelli che non hanno successo sia la pura perseveranza.

Steve Jobs, l’intervista perduta – Video trailer

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