Beko: 1.935 esuberi in Italia. Il ministro Urso chiede un’ulteriore mediazione

Il piano annunciato da Beko Europe è stato giudicato inaccettabile da tutti i sindacati, ma per l'azienda ritiene di aver presentato la migliore soluzione possibile

Beko: 1.935 esuberi in Italia. Il ministro Urso chiede un'ulteriore mediazioneUn momento dell'incontro al Ministero delle Imprese e del Made in Italy

Beko Europe ha confermato 1.935 esuberi in Italia – pari al 44% del totale dei dipendenti nel nosro Paese – durante l’incontro tenutosi ieri al Ministero delle imprese e del Made in Italy. Alla riunione, presieduta dal ministro Adolfo Urso, erano presenti anche il sottosegretario Fausta Bergamotto, i rappresentanti delle Regioni Marche, Toscana e Lombardia, esponenti degli enti locali, dell’azienda e delle sigle sindacali.

Nonostante la decisione di ridurre il personale, la società ha ribadito l’intenzione di investire 110 milioni di euro tra il 2025 e il 2028 e di mantenere i livelli produttivi e occupazionali per tutto il 2024. Tuttavia, il programma aziendale è stato fortemente contestato dai sindacati Fiom, Fim e Uilm, che lo hanno definito “inaccettabile”, chiedendo al governo italiano un intervento deciso per modificarlo ed esercitare il Golden Power.

Il ministro Urso ha chiesto all’azienda di rivedere il piano industriale, sottolineando che, prima di ricorrere ai poteri sanzionatori o inibitori previsti dal Golden Power, è necessario tentare un’ulteriore mediazione. “Prima di chiudere la vicenda applicando i poteri sanzionatori o addirittura inibitori previsti dall’esercizio della Golden Power, che abbiamo subito posto in essere, penso sia bene dare un secondo tempo supplementare all’azienda, in quanto il primo non è stato utilizzato come noi tutti auspicavamo”, ha dichiarato Urso.

Il ministro ha invitato Beko a presentare un piano industriale più ambizioso, che preveda investimenti significativi in Italia, un piano produttivo e occupazionale conforme alle prescrizioni governative e una gestione sostenibile che valorizzi i marchi storici italiani. Urso ha inoltre chiesto che il nuovo piano risolva la sovrapposizione produttiva con gli altri stabilimenti Whirlpool in Europa e con quelli di Beko in Romania.

Il confronto tra il Ministero, l’azienda, i sindacati e le istituzioni locali riprenderà a metà gennaio 2025, termine entro cui la multinazionale turca dovrà sottoporre un nuovo piano industriale. Tuttavia, le possibilità di modificare il piano attuale sembrano limitate. Maurizio David Sberna, responsabile relazioni esterne di Beko Europe, ha dichiarato che ulteriori cambiamenti non sono possibili, sostenendo che il piano presentato rappresenta già un compromesso che garantisce la sostenibilità aziendale nel medio-lungo termine.

Il tavolo al Ministero ha permesso a Beko di spiegare meglio la dimensione europea della crisi: la sovra-produzione consente ai produttori cinesi di acquisire crescenti quote di mercato. In Italia gli impianti Beko lavorano al 38% della capacità massima. I produttori europei che 10 anni fa consegnavano 49 milioni di pezzi ‘bianchi’ e avevano il 67% del mercato oggi ne fabbricano 40 milioni con una quota del 53%. Nove milioni di pezzi in meno. E i player asiatici hanno venduto esattamente 9 milioni di pezzi in più. Beko Europe sostiene che i suoi stabilimenti italiani perdono 180 milioni all’anno.

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