I Ceo di 44 grandi aziende europee, tra cui Airbus, Bnp Paribas, Carrefour, Axa, Lufthansa, Philips e TomTom, hanno inviato una lettera aperta alla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen chiedendo una sospensione di due anni dell’AI Act, la legge Ue sull’intelligenza artificiale che dovrebbe entrare in vigore ad agosto.
AI Act: la lettera dei Ceo all’Ue
La richiesta, riportata dal Financial Times, arriva mentre Bruxelles valuta un alleggerimento di alcune parti chiave del provvedimento. Secondo i firmatari, le norme previste dall’AI Act sono troppo complesse, in parte sovrapposte e generano incertezza, mettendo così a rischio le ambizioni tecnologiche dell’Europa. L’impatto sarebbe duplice: da un lato lo sviluppo di “campioni europei” verrebbe compromesso, dall’altro l’intero tessuto industriale faticherebbe a implementare l’intelligenza artificiale su scala competitiva.
La lettera è stata coordinata dalla EU AI Champions Initiative, che rappresenta 110 aziende di diversi settori in Europa. I Ceo sostengono che una pausa normativa invierebbe un segnale forte a investitori e innovatori sul fatto che l’Ue è seriamente intenzionata a semplificare le regole e a sostenere la competitività.
Parallelamente, un altro gruppo di oltre 30 fondatori di start-up europee e investitori ha firmato una lettera aperta che definisce l’AI Act “una bomba a orologeria approvata in fretta”. Le preoccupazioni principali riguardano la mancanza di chiarezza su come saranno regolati i modelli di AI generalisti — come GPT-4 di OpenAI, Gemini di Google e Llama di Meta — e il rischio che si crei un mosaico di regole diverse nei vari Stati membri.
Secondo gli imprenditori, questa frammentazione avvantaggerebbe le Big Tech statunitensi, molto più attrezzate a gestire un contesto normativo complesso rispetto alle realtà locali. Molte aziende temono inoltre di dover rispondere alle stesse responsabilità previste per i giganti tecnologici, anche solo per aver integrato grandi modelli linguistici nei propri sistemi. Un nodo particolarmente delicato è quello della responsabilità legale in materia di copyright.
La richiesta di un codice di condotta
Il punto focale del dibattito attuale è la redazione di un “codice di condotta”, pensato per aiutare le aziende a interpretare e applicare correttamente la normativa. Questo codice sarà rilevante soprattutto per le realtà che utilizzano modelli di AI ad alta potenza. Inizialmente previsto per maggio, il documento è stato rinviato e ora si prevede che contenga regole più flessibili rispetto alla versione originale.
Henna Virkkunen, responsabile per la tecnologia della Commissione europea, ha dichiarato che il codice sarà pubblicato entro agosto, per offrire supporto all’industria e alle pmi nella fase di adeguamento alla nuova legge. Bruxelles, ha aggiunto, resta pienamente impegnata a garantire la sicurezza dei sistemi di AI, ma sta lavorando a una semplificazione complessiva delle regole digitali.
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