Durante i viaggi di lavoro crescono i rischi per la salute

Stress, ansia, disturbi del sonno: sono alcuni dei problemi connessi agli spostamenti di lavoro

I viaggi di lavoro? Sono un’importante occasione di crescita professionale e di sviluppo del business. Ma non fanno poi così bene alla salute.

Lo rivela una recente indagine condotta da International SOS e dalla Kingston University su un campione di 200 viaggiatori d’affari. Dall’analisi emergono dati piuttosto interessanti: il 45% degli intervistati è più stressato durante i viaggi di lavoro all’estero, il 31% ha avuto un esaurimento emotivo nel corso di una trasferta, mentre un quarto ha sofferto di ansia e depressione.

I rischi per la salute

Ma non è solo il benessere psicologico a essere messo a rischio durante uno spostamento d’affari. Cambiano le abitudini e saltano i ritmi quotidiani, con problemi legati anche al corpo. Il 76% dei viaggiatori d’affari infatti ha avuto una dieta meno equilibrata negli ultimi spostamenti, mentre il 73% ha avuto difficoltà a dormire e un sonno di minore qualità. Tutti problemi legati anche ai ritmi di lavoro più intensi sostenuti spesso in trasferta.

Durante una trasferta cambia anche l’atteggiamento del professionista fuori sede: secondo l’indagine, quando si è lontani da casa cresce la probabilità di avere dei comportamenti a rischio, come consumare alcol (+46%), frequentare bar e locali notturni (+35%) o recarsi in aree sconosciute e non sicure (+33%). Sale anche il rischio legato ai comportamenti sessuali più disinibiti, con un 9% degli intervistati che si dice più propenso a vivere un’avventura quando si trova lontano per lavoro.

I vantaggi per la carriera

Al bando, quindi, i viaggi di lavoro? Non proprio, visto che per molti professionisti si rivelano un’occasione stimolante: il 67% degli intervistati infatti li vive come un incentivo per impegnarsi di più, mentre per il 59% si tratta di un’opportunità per godersi la libertà dalla vita domestica.

Sì ai viaggi di lavoro, quindi, ma con una maggiore attenzione da parte delle aziende. Secondo Kai Boschmann, direttore dell’International SOS Foundation, “le opportunità di business associate ai viaggi internazionali sono indiscusse, ma la ricerca suggerisce che i viaggiatori frequenti fanno richiesta di cure psicologiche tre volte più spesso rispetto a chi non viaggia regolarmente per lavoro”.

Alle imprese quindi il compito di studiare programmi per proteggere la salute mentale e il benessere fisico dei propri dipendenti durante le trasferte.

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