Tre regole per un cv a prova di intelligenza artificiale

Le nuove tecnologie hanno rivoluzionato il mondo della selezione del personale. Ecco come rielaborare il curriculum per non "farsi fregare" dagli algoritmi

La tecnologia ha modificato radicalmente anche il mondo della selezione. Grazie all’intelligenza artificiale, infatti, tutto il processo può diventare ancora più efficiente, soprattutto dal punto di vista del tempo richiesto per lo screening dei cv necessario per trovare candidati che abbiano le giuste competenze per ciascuna offerta. «La tecnologia», spiega Francesca Contardi, Managing Director di EasyHunters, prima società di ricerca e selezione con un Digital Operating Process, «è utilissima per gestire gli aspetti meno strategici del processo di selezione, come ad esempio l’ottimizzazione della ricerca dei candidati attraverso specifiche parole chiave, l’estrapolazione dei curriculum o la ricerca delle informazioni online, ma naturalmente non potrà mai sostituire la componente umana che rimane fondamentale. Anche per i candidati può essere un valido alleato nella ricerca del lavoro, ma è indispensabile che i cv e i profili online, LinkedIn soprattutto, abbiano determinate caratteristiche».

Ecco allora tre regole per un curriculum “congeniale” ai sistemi di intelligenza artificiale:

  1. Formattazione a prova di software. Evitare, all’interno del cv, caratteri diversi, ma anche tabelle, immagini e grafici che possono confondere i software e far sì che la candidatura non venga presa in considerazione. Optare per un formato standard.

  2. Scelta delle parole chiave più appropriate. Nel cv e nei profili social non deve mai mancare la sezione dedicata alle competenze professionali che, ovviamente, devono essere in linea con l’offerta a cui ci si sta candidando. È necessario identificare le parole chiave contenute nell’annuncio e riproporle uguali, per quando possibile, nella candidatura. Meglio evitare descrizioni troppo fantasiose o creative.

  3. Ottimizzazione del profilo LinkedIn. Lasciare vuota la parte introduttiva del proprio profilo LinkedIn non è affatto una buona idea. Anche in questo caso, la scelta delle parole chiave è determinante ed è consigliabile non uscire dagli schemi. Allo stesso modo, è molto importante usare job title standard che possano aiutare ad essere rintracciati dai software. Se si vuole capire come funzionano gli algoritmi, si può provare a fare qualche ricerca con il proprio job title e vedere se escono degli annunci in linea e dove. Può capitare, qualche volta, che vadano bene all’estero e in Italia funzionino meno.

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