Professionisti in crescita: 1,4 milioni nel 2017. Salgono anche i redditi

In un decennio sono cresciuti del 21%, tanto che oggi rappresentano il 6% degli occupati. Gli iscritti all’albo hanno redditi sopra i 50 mila euro

In un mondo del lavoro sempre più in crisi e frammentato, c’è una categoria che sembra faticare meno delle altre e addirittura crescere, a dispetto dei tagli e delle difficoltà: quella dei lavoratori professionisti. Fra quelli iscritti ad albi e quelli non organizzati, ma riuniti in ordini e collegi, nel 2017 complessivamente erano 1,4 milioni. A dirlo il Rapporto curato dall’Osservatorio di Confprofessioni, secondo cui i professionisti rappresentano il 6% degli occupati d’Italia: un numero che dal 2008 è cresciuto del 21%. Come affermato dal professor Paolo Feltrin nel corso del congresso della Confederazione, si tratta dunque “dell’unica componente del mercato del lavoro che non soltanto ha tenuto, ma si è rafforzata nel corso della crisi, in netta controtendenza, rispetto agli altri segmenti del lavoro indipendente”.

I professionisti guadagnano di più rispetto al passato

Non solo i professionisti sono aumentati, ma stanno anche guadagnando di più. Nel 2016, infatti, le professioni “ordinistiche” (coperte dagli studi di settore) hanno potuto contare su un reddito medio di 52.000 euro annui, mentre quelle non regolamentate (non riunite in Ordini e Collegi) hanno avuto entrate medie pari a poco meno di 34.000 euro annui. Si tratta di numeri in crescita rispetto al passato. In realtà, per quanto riguarda notai, studi medici, contabili organizzati in impresa e veterinari, l’aumento è in corso già dal 2014, mentre per farmacisti, agrotecnici e periti agrari e psicologi fin dal 2013.Se i professionisti godono di ottima salute, non si può dire lo stesso per le altre categorie di lavoratori non subordinati. Gli imprenditori, infatti, nel decennio considerato sono calati del 3,4%, mentre le altre forme di lavoro indipendente (collaboratori, imprenditori individuali, familiari coadiuvanti, soci delle società di persone, o di capitali) si sono ridotte di oltre 1/3. In crisi anche i lavoratori autonomi.

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