Poste verso la Borsa: a rischio 20 mila posti di lavoro

La Cisl rivela il piano di riorganizzazione dell'a.d. Francesco Caio che prevede numerosi esuberi in vista della quotazione, prevista nel 2015

Ventimila esuberi: tanto costerà ai dipendenti di Poste Italiane il piano di industriale voluto dall’a.d. Francesco Caio.

La denuncia arriva dalla Cisl Slp che, per bocca del segretario Mario Petitto, rivela che «le voci, quelle vere», indicano 17-20 mila esuberi. La Cisl, che rappresenta il 52% dei 143 mila dipendenti del gruppo, ha fatto appello al segretario generale del sindacato, Anna Maria Furlan.

PRIVATIZZAZIONE. Alla base del piano ci sarebbe la privatizzazione voluta dal premier Matteo Renzi. Sarebbe però stata «cancellata da questo governo, dal Tesoro la quotazione come ragionata col governo Letta, con l’azionariato ai dipendenti ecc. Siamo tornati a dire che dobbiamo vendere un pezzo di Poste per fare cassa», la denuncia di Petitto.

Nei piani di Palazzo Chigi c’è la volontà di alienare – entro il 2015 – non più del 40% della partecipazione attraverso un’offerta pubblica di vendita rivolta a investitori istituzionali italiani e internazionali, ma anche a risparmiatori e soprattutto ai dipendenti del Gruppo Poste Italiane. Per loro sarebbero previste quote riservate a un prezzo vantaggioso.

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