Manager: taglio stipendi del 50% porterebbe in 3 mesi 2,5 miliardi alla Cig

L’analisi dell’Osservatorio Jobpricing sull’onda delle sempre più frequenti iniziative di solidarietà in azienda. Secondo Manageritalia, però, più del 40% dei dirigenti non punta a ridursi gli emolumenti

Tra le prime multinazionali a muoversi in tal senso è stata Luxottica, che già a inizio aprile aveva annunciato un taglio di stipendi fino al 50% delle buste paga dei manager per garantire il 100% della retribuzione ai suoi 12 mila dipendenti. Ma sono sempre di più le aziende che, in un periodo di profonda crisi economica causata dalla pandemia da coronavirus hanno deciso di dare un taglio agli stipendi per integrare lo stipendio dei lavoratori in cassa integrazione.

Ma cosa accadrebbe se tutti i dirigenti del nostro Paese seguissero questo esempio virtuoso, tagliandosi gli emolumenti per tre mesi? Secondo le proiezioni delll’Osservatorio Jobpricing, che ha incrociato il suo database sugli stipendi e i numeri Istat-Inps, in caso di una riduzione della busta paga del 10%, si raccoglierebbero 750 milioni, ma con il 50% in meno si arriverebbe a mettere da parte un tesoretto da 2,5 miliardi di euro. “Non poco, se si considera che il Cura Italia ha destinato 4 miliardi alla cassa in deroga, che i lavoratori ancora stanno aspettando”, si scrive sul quotidiano la Repubblica, che riprende l’analisi dell’Osservatorio.

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Difficile, però, arrivare a tanto. Secondo una recente indagine di Astraricerche per Manageritalia, infatti, più del 40% dei dirigenti del nostro Paese non opererà tagli alle proprie retribuzioni, a cui si aggiunge un altro 20% che risulta ancora indeciso. A oggi solo il 17% ha già operato una riduzione dello stipendio per aiutare azienda e collaboratori, il 6% dichiara di volerlo fare a breve, mentre il 13% sta pensando di farlo. “Va sottolineato, però, un punto fondamentale”, sottolinea il Ceo di JobPricing, Alessandro Fiorelli. “La politica della redistribuzione dei redditi e la riduzione delle diseguaglianze sono compiti dello Stato”. Per questo la decisione di ridursi gli emolumenti da parte di alcuni dirigenti acquista ancora più valore, perché “sottintende l’idea che un’azienda possa essere non solo un’organizzazione, ma una vera e propria comunità, in cui si dà valore all’aspetto solidaristico e di sostegno reciproco fra i suoi membri”.

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