“L’articolo 18 non è il problema (ma non serve più)”

Il giudizio di oltre 800 manager sul problema che blocca la riforma del mercato del lavoro. Il presidente di Manageritalia: “Pensiamo prima a burocrazia, giustizia e fisco”

L’articolo 18 blocca le assunzioni e gli investimenti delle aziende? Non è vero. O almeno, non è la causa principale. La crisi economica e occupazionale in Italia è data da altri problemi, su tutti burocrazia, giustizia e fisco. È l’opinione dei manager italiani, emersa da un sondaggio condotto da Manageritalia e AstraRicerche su un campione di 840 dirigenti d’azienda. Cosa dicono i manager? Primo, non è sicuramente l’esistenza dell’articolo 18 che impedisce alle aziende di assumere e all’occupazione di aumentare (61,7%). Secondo, l’articolo 18 e le logiche sottostanti sono negative per le aziende, ma soprattutto per i lavoratori che, a fronte del reintegro rischiano di avere un danno a livello professionale, fisico e psicologico (53,3%). Secondo il presidente di Manageritalia Guido Carella, un modo per tutelare davvero il lavoratore ed evitargli seri rischi di obsolescenza professionale e disagio personale sarebbe quello di “un equo risarcimento” al dipendente, ovviamente salvo “i casi di discriminazione, già puniti dalla legge. Certo – aggiunge –, bisogna che il risarcimento sia equo e ancor più che fuori ci sia un mercato flessibile e che funziona, con servizi di formazione e ricollocazione veri ed efficaci per permettere una migliore allocazione delle ‘risorse’. Solo così tuteliamo veramente i lavoratori e la loro professionalità, la competitività delle aziende e del sistema. Chi dice il contrario, vuole solo mascherare la sua incapacità di far funzionare il mercato del lavoro e i servizi connessi”.

Cosa pensano i manager della riforma del lavoro

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