Gender gap: una nuova legge per combatterlo?

La proposta è ora in discussione in parlamento e prevede un controllo attivo sulle segnalazioni

Una proposta di legge che propone un controllo attivo delle segnalazioni al posto dell’attuale disciplina che prevede blande verifiche passive sulle dichiarazioni dalle aziende. Questo in estrema sintesi l’obiettivo della proposta di legge sul Gender Gap a prima firma del deputato Alessandro Fusacchia (sottoscritta insieme a Lia Quartapelle, Rossella Muroni, Paolo Lattanzio e Erasmo Palazzotto, deputate e deputati iscritti a Movimenta), sostenuta da Manageritalia e dal suo Gruppo Donne Manager, di cui si è parlato ancora ieri nel webinar Attiviamoci per chiudere il (Gender Pay) Gap, organizzato da Manageritalia.

La proposta è ora in discussione in Parlamento e prevede che siano valutate le segnalazioni delle dirette interessate o delle consigliere di parità con indagini campionarie continuative, creando un dialogo costruttivo tra azienda e lavoratrice, per cambiare la cultura del lavoro in Italia. Insieme a questa rivoluzionaria riforma si propongono altre novità come il congedo parentale, lavoro agile ecc., per dare davvero a tutti il diritto al lavoro. Dice Alessandro Fusacchia, deputato Gruppo Misto alla Camera: “Con Movimenta stiamo facendo un lavoro molto ampio che riguarda diversi aspetti della parità di genere: dal congedo di paternità agli stereotipi presenti all’interno dei libri di testo scolastici. Questa legge in particolare, che punta a garantire una parità salariale effettiva, e che quindi non rimanga solo su carta, prevede l’utilizzo di dati già in possesso della pubblica amministrazione (non creando quindi ulteriori oneri burocratici) per verificare che non vi siano scostamenti significativi fra i salari erogati a uomini e donne all’interno di un’impresa. Nel caso in cui ciò si verificasse, la consigliera di parità inizia un dialogo con l’azienda, utile a formulare raccomandazioni per risolvere il problema. Si tratta dunque di un accompagnamento, di un percorso di rientro sostenibile, ‘personalizzato’ per l’azienda, fatto con le imprese e non contro le imprese. Per le realtà virtuose è invece previsto un meccanismo premiale, affinché ottengano anche un riconoscimento sociale”.

Il Gender Gap è molto diffuso in tutto il mondo ma in Italia ancora più d’intralcio al definitivo decollo dell’occupazione femminile, perché troppo spesso proprio la minor retribuzione della donna determina scelte familiari che affossano il lavoro femminile e lo sviluppo del Paese.

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