Otb acquisisce la maggioranza del Calzaturificio Stephen

La strategia a lungo termine del Gruppo Otb punta “a continuare a costruire know-how e capacità produttiva di alto profilo con le aziende del Made in Italy che operano in categorie merceologiche strategiche”

Renzo Rosso Otb StephanelRenzo Rosso, fondatore e presidente di Otb GroupPhoto by Claudio Lavenia/Getty Images

Otb Group ha annunciato l’acquisizione di una quota di maggioranza del Calzaturificio Stephen, storico produttore veneto di calzature di lusso, già fornitore della multinazionale di Renzo Rosso da oltre vent’anni.

Only The Brave (Otb) metterà così a disposizione del Calzaturificio Stephen l’accesso alle proprie risorse, con l’obiettivo di supportare l’ulteriore sviluppo ed evoluzione dell’azienda in termini di tecnologia, innovazione e sostenibilità.

“Il Made in Italy è diventato il nostro marchio di fabbrica, grazie a una stretta collaborazione con le aziende della nostra incredibile filiera: un asset unico che ci rende estremamente competitivi sui mercati internazionali”, ha commentato Renzo Rosso, fondatore e presidente di Otb Group. “Per questo come Gruppo investiamo in player locali che hanno costruito la reputazione della moda italiana nel mondo, per garantirne una crescita continua e uno sviluppo sempre più sostenibile”.

Otb: obiettivo 3 miliardi di ricavi entro il 2025-2026

Stephen, con i suoi 70 dipendenti, produce sia le scarpe di Margiela sia quelle di Phoebe Philo e Dries Van Noten. “Il 2023 è stato un anno eccezionale ma siamo fiduciosi, anche se con cautela, anche per il 2024 grazie a riscontri molto positivi che arrivano dal Giappone e dal Nord America”, ha commentato l’amministratore delegato di Otb, Ubaldo Minelli. “ Oltre il 40% del fatturato di Otb è generato in Asia, dove vediamo ancora notevoli spazi di crescita”.

Come evidenziato da Minelli, per la prima volta nella storia di Otb le vendite dei negozi del Gruppo hanno superato la metà dei ricavi totali. “Abbiamo in programma 69 nuove aperture ma anche l’ottimizzazione della nostra rete verso negozi più in linea con il posizionamento dei nostri marchi, per questi ci saranno anche sei relocation e 56 chiusure di punti vendita”.

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