Il vino vale per l’Italia 45,4 miliardi di euro: i dati Uiv-Prometeia

Nonostante il calo nel 2023, il settore pesa per l'1,1% del Pil e sta crescendo anche il fenomeno dell'enoturismo

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In calo, ma non in crisi. È la fotografia del settore del vino in Italia, un mercato che da solo vale un punto percentuale di Pil secondo quanto riportato dall’ultimo report dell’Osservatorio Uiv-Prometeia-Vinitaly presentato dal ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida alla celebre fiera in programma a Verona in questi giorni.

Lo studio Se togli il vino all’Italia, ripreso anche dal Corriera della Sera, certifica una flessione delle vendite nel 2023, ma il vino resta comunque protagonista del mercato nazionale e dopo pasta e pizza resta prodotto di punta del Made in Italy. Senza il suo contributo tra diretto, indiretto e indotto, ha sottolineato la ricerca, all’Italia mancherebbero 45,4 miliardi di euro all’anno, con un valore aggiunto di 17,5 miliardi che rappresenta appunto l’1,1% del prodotto interno lordo.

Sono 305 mila gli occupati nel settore, che fa sentire la sua forza anche in Europa con 7,7 miliardi di euro su un Pil europeo complessivo da 130 miliardi. I risultati, sottolinea lo studio, sono in ripresa dopo lo scandalo del metanolo della metà degli anni ’80 e senza il contributo del Vigneto Italia il saldo commerciale con l’estero del settore agroalimentare scenderebbe del 62%, passando da 10,9 a 4,2 miliardi di euro. Il vino si piazza così al secondo posto tra le 4 A (abbigliamento, alimentare, arredamento e automazione) che valgono 236 miliardi di euro di export italiano, dietro a gioielleria e oreficeria ma davanti a pelletteria e macchine per packaging, calzature e molto altro.

Lo studio ha preso in considerazione poi un altro interessante fenomeno recente: l’enoturismo è in forte crescita, grazie all’apertura delle cantine al pubblico durante i weekend, oltre al proliferare di wine resort e musei sul settore. Un fenomeno che coinvolge 4,8 milioni di viaggiatori e 10,2 milioni di escursionisti, contribuendo all’economia di piccole realtà e borghi. La spesa media dell’enoturista si aggira sui 124,4 euro al giorno, pari al 13% in più rispetto al turista canonico. Senza questa economia, quindi, mancherebbero 18,8 miliardi di euro di impatto diretto e 5,5 miliardi di valore aggiunto, oltre a 108 mila occupati.

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Per l’amministratore delegato di Veronafiere, Maurizio Danese, lo studio dimostra che «il vino è una risorsa fondamentale per il sistema Paese. È infatti una componente identitaria e come tale è percepito all’estero». «L’Italia senza vino sarebbe una nazione più povera – ha dichiarato invece il Ministro Lollobrigida al Vinitaly – Non solo a livello culturale e ambientale, ma anche sul piano economico»,

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