GenAI: per il settore pubblico in Italia benefici pari a 25 miliardi l’anno

I risultati di uno studio condotto da Boston Consulting Group e Salesforce sui benefici dell’intelligenza artificiale generativa per i governi di tutto il mondo. Ma cosa ne pensano i cittadini?

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Un guadagno quantificabile intorno ai 25 miliardi di dollari l’anno. È quanto l’Italia potrebbe guadagnare in termini di produttività se implementasse e scalasse le soluzioni di GenAI all’interno del proprio settore pubblico. Numeri che emergono dallo studio di Boston Consulting Group e Salesforce Generative AI for the Public Sector: From Opportunities to Value. In base all’analisi, in un periodo in cui le finanze pubbliche sono messe alla prova da una crescita economica che va a rilento, la GenAI offre l’opportunità ai governi nel mondo di migliorare i servizi offerti a cittadini e imprese, così come di generare valore.

Ma cosa pensano i cittadini di questa rivoluzione? Secondo l’analisi di Bcg e Salesforce su 41.600 utenti abituali del web in 48 giurisdizioni nel mondo, sebbene molti cittadini si sentano a proprio agio con l’idea che il governo utilizzi l’AI, sono due le principali fonti di preoccupazione: la velocità di implementazione e sviluppo della stessa AI e il potenziale impatto su posti di lavoro ed economia. Inoltre, più di un terzo dei cittadini intervistati non si fida dell’uso responsabile dell’AI da parte dei governi, a fronte di circa tre intervistati su cinque a livello globale che invece dichiarano di fidarsi. È evidente, quindi, che il punto di partenza è costruire (o ricostruire) la fiducia di molti cittadini. 

GenAI sempre più diffusa sul lavoro (anche senza l’ok delle aziende)

Per comprendere meglio il modo in cui i cittadini si sentono, l’analisi ha misurato innanzitutto il loro grado di familiarità con la tecnologia. Le tendenze nell’uso quotidiano variano in modo significativo a seconda dell’area. Ad esempio, solo il 4% degli intervistati in Italia utilizza gli strumenti di GenAl almeno una volta al giorno, rispetto al 15% degli Stati Uniti e al 42% del Qatar.

Tuttavia, il 40% degli intervistati nel mondo ritiene che i benefici dell’AI nella pubblica amministrazione siano superiori ai rischi, il 31% afferma che sono uguali e il 21% che i rischi sono maggiori. Tuttavia, gli intervistati con maggiore conoscenza dell’AI hanno una probabilità doppia di affermare che i benefici superano i rischi rispetto a quelli che conoscono meno la tecnologia e una probabilità doppia rispetto a quelli che non hanno alcuna conoscenza dell’AI. Gli italiani si dicono preoccupati principalmente per la perdita di posti di lavoro (36%) e per le capacità degli individui che usano questi strumenti (30%).

Il 63% degli intervistati si sente a proprio agio nell’interagire con l’AI per accedere ai servizi governativi, percentuale che in Italia è più bassa ma non molto lontana (48%). Nel dettaglio, il 71% a livello globale si sente a proprio agio se il governo utilizza la GenAI per comunicare in più lingue, il 69% se gli agenti del servizio clienti utilizzano strumenti di supporto basato su GenAI e il 67% è d’accordo con l’uso di GenAI per snellire le attività amministrative. Il livello di comfort dei cittadini è molto più basso quando si parla di utilizzare la GenAI per prendere decisioni automatizzate sull’accesso ai servizi pubblici o per monitorare il sentiment pubblico.

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