Frena la crescita di startup e pmi innovative Ict in Italia

Il report di Anitec-Assinform e InfoCamere registra un rallentamento demografico dovuto a costi burocratici, bassa propensione al rischio, vincoli economici e carenza di competenze digitali avanzate

startup e pmi innovative Icteverythingpossible/iStockPhoto

Sono poco più di 11.200 le startup e pmi innovative attive nel settore Ict in Italia. Un dato in leggero aumento rispetto al 2022 (+0,12%), ma la crescita nell’ultimo anno è stata pesantemente frenata da diversi settori, tra i quali l’aumento dei costi energetici, i tassi di interesse e l’inflazione che hanno scoraggiato l’iniziativa imprenditoriale.

A pesare sulle nuove startup e pmi innovative anche la crescente prudenza nel settore privato nel concedere credito, unita alla sospensione delle registrazioni telematiche, ha avuto un impatto negativo sul numero di nuove imprese costituite: solo 1.537 nuove start up nel 2022 (-32% anno su anno) e 216 pmi innovative (-16,3%). È quanto emerge dalla V edizione del report di monitoraggio su startup e pmi innovative del settore Ict, realizzato da Anitec-Assinform in collaborazione con InfoCamere.

Il mercato delle startup e pmi innovative Ict

I dati dell’ultima rilevazione mostrano che il numero di imprese registrate nel settore Ict ha raggiunto un totale di 11.253 aziende. Più precisamente, si contano 1.436 pmi innovative Ict, ovvero l’11,4% in più rispetto ad aprile 2022 e 9.817 startup Ict, in calo del -1,34% rispetto ad aprile 2022.

Nonostante un rallentamento nella crescita, nell’analisi di Assitec-Assinform e InfoCamere si evidenzia come l’insieme delle startup e pmi innovative Ict continui a mantenere una dinamica più robusta rispetto a quelle degli altri settori. Attualmente, la quota combinata di imprese Ict con codice Ateco e digitali con vetrine ma senza codice Ateco rappresenta il 70% del totale delle 16.169 aziende registrate. Questo dato evidenzia un aumento rispetto a ottobre 2022, quando la quota era del 69%, con 11.487 imprese su un totale di 16.554 aziende registrate.

I filoni più diffusi

Le realtà di questo settore si concentrano su prodotti e servizi ad alto valore tecnologico, con particolare attenzione sui digital enabler. Questi includono sviluppo di app, servizi di cloud computing, cybersicurezza, e molto altro ancora.

Secondo uno studio condotto su un campione rappresentativo delle startup e pmi innovative nel settore Ict, circa l’86% di queste aziende ha fornito informazioni dettagliate sui filoni di attività in cui operano. A fine aprile 2023, i principali filoni di attività per queste imprese sono le soluzioni digitali (12,7%), seguite dalle soluzioni di IoT (12,5%) e l’intelligenza artificiale e machine learning (11,3%). Anche l’industria 4.0 e le Mobile app mostrano una forte presenza, con rispettivamente il 7,1% e il 6,7% delle imprese focalizzate in questi settori.

Altri filoni di attività con un potenziale di mercato significativo includono e-commerce, big data & data science, blockchain, social science e cybersecurity e cripto.

Questi dati riflettono il dinamico panorama dell’innovazione nel settore Ict e la crescente importanza dei digital enabler come driver di crescita per le startup e le pmi innovative. La conoscenza di queste tendenze è essenziale per supportare e promuovere ulteriormente l’innovazione tecnologica e la competitività nel settore Ict e oltre.

Continuano a prevalere le microimprese

Le startup e pmi innovative nel settore Ict sono principalmente microimprese, con oltre due terzi che impiega fino a quattro addetti. Circa l’80% di queste aziende ha un capitale proprio inferiore a 50 mila euro e un terzo ha un valore della produzione inferiore a 100 mila euro. Ciò è dovuto al ricambio costante della popolazione, poiché le imprese consolidate perdono lo status di startup innovativa col passare del tempo.

Preoccupa il fatto che solo il 16% di queste imprese è fondata da under-35, mentre le imprese guidate da donne rappresentano solo l’11,9%. Inoltre, le aziende con manager stranieri come maggioritari o esclusivi sono solo il 3,5%.

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