Startup: la politica apre il venture capital ai fondi pensione

Un provvedimento punta a dare ai fondi pensione la possibilità di usufruire dell’esenzione della tassa sul capital gain, pari al 26%

Startup: la politica apre il venture capital ai fondi pensionePhoto by Giorgio Cosulich/Getty Images

Un emendamento al dl Concorrenza, che il Parlamento italiano dovrebbe approvare nei prossimi giorni, intende favorire l’ecosistema delle startup tecnologiche, spingendo i fondi pensione italiani a investire in venture capital.

Sulla scia delle indicazioni generali che arrivano dall’Unione europea, il provvedimento punta a dare ai fondi pensione la possibilità di usufruire dell’esenzione della tassa sul capital gain, pari al 26%. Come evidenziato in un articolo del Corriere della Sera, a essere interessata quindi è quella quota del portafoglio, il 10% annuo del totale attivo patrimoniale, da destinare a imprese e infrastrutture attraverso fondi di venture capital, gli stessi che poi investono nel campo delle startup tech.

C’è, però, una condizione: per poter mantenere l’esenzione fiscale, questa quota dovrà corrispondere al 5% del paniere “qualificato” nel 2025 e al 10% negli anni a seguire. L’Italia tenta così di essere all’avanguardia, perlomeno in ambito europeo, incanalando risparmi previdenziali verso i settori che sostengono lo sviluppo delle nuove tecnologie e contribuiscono alla concorrenzialità industriale, come accade già da tempo negli Stati Uniti. La riforma in qualche modo estende la legge del 2012 firmata dall’allora ministro dello Sviluppo economico, Corrado Passera. Sul piano delle incentivazioni, la norma prevede che il 50% in de minimis per gli investitori raggiunga il 65%, ma solo nei primi tre anni. Solamente la detrazione del 30% resterà per 5 anni.

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