Berlusconi in Parlamento, all’esame dei mercati: cosa dirà il premier

Un discorso visto e rivisto fino a tarda notte insieme ai vertici di Pdl e Lega che prenderà spunto anche dai ‘consigli’ di Mario Draghi e dagli uffici della Banca d’Italia. Tra il presidente del Consiglio e il futuro presidente Bce cresce l’intesa…

Stabilità politica contro la speculazione, calmare gli eccessivi allarmismi attorno all’Italia, possibile apertura alle opposizioni anche per nuove riforme, tra cui quella del lavoro e del fisco. Sono i punti principali del discorso che molto probabilmente il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, affronterà nel suo discorso alle Camere. Un discorso scritto e riscritto, limato fino all’ultimo particolare dai vertici del governo, da Maroni a Romani, da La Russa a Letta e Bonaiuti. Non è mancato il ministro Giulio Tremonti (“fra i più collaborativi, pur nelle sfumature diverse”, dicono i presenti al vertice) velatamente criticato dal premier nelle ultime settimane e (sembra) in via di sostituzione. Ma l’intervento in Camera e Senato poggerà anche sui ‘consigli’ di Mario Draghi e degli uffici della Banca d’Italia; sulle cose da dire e soprattutto su quelle da evitare per offrire nel modo giusto un messaggio rasserenante ai mercati. Come riporta, infatti, Marco Galluzzo dalle pagine del Corriere della Sera, tra il futuro presidente della Bce e il premier sta crescendo una certa “sintonia”: Draghi, infatti, viene visto come l’unico vero garante del sistema Italia (dopo i problemi giuridico-politici di Tremonti).

Il discorso del premier. Sarà inevitabile per Berlusconi partire dalla difficile situazione dei mercati finanziari. Parte essenziale dell’intervento in Parlamento, riferisce ancora chi ha preso parte al vertice, sarà spiegare che crisi e speculazione finanziaria sono sotto gli occhi di tutti e non riguardano solo l’Italia, ma per quanto riguarda il nostro Paese ci sono eccessivi allarmismi perché il sistema politico è solido, le banche sono liquide e solide e in generali i fondamentali economici sono altrettanto solidi. L’unica soluzione – ribadirà Berlusconi – è la stabilità. Rispondendo all’appello di tutte le parti sociali e alla richiesta di coesione del capo dello Stato, Giorgio Napolitano, il premier punterà il dito proprio contro chi, dentro il Parlamento, mette in discussione questo governo: la stabilità politica – nel ragionamento del premier – è da sempre l’arma vincente contro la speculazione; una crisi di governo ora sarebbe un regalo per gli speculatori e un danno per il Paese visto che nessun governo tecnico potrà risolvere i problemi dell’Italia. Non mancheranno, però, aperture alle opposizioni per un confronto più pacato, ma si sottolineerà anche quanto fatto dal governo finora, un governo che ha dimostrato di avere i numeri per varare in poco meno di una settimana una pesante manovra economica. Certamente ci sarà spazio anche per le misure da affrontare. Berlusconi dovrebbe proporre la riforma del lavoro che insieme a quella del fisco e al piano Sud dovrebbe aiutare a garantire la crescita. L’ammodernamento del mercato del lavoro, a giudizio del Cavaliere, è fondamentale. E per eliminare quelle rigidità attualmente contenute nelle leggi, bisogna cambiare alcune regole, confrontandosi con le parti sociali.

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