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Lavoro

Vuoi metterti in proprio? Ecco gli errori da non fare

Sottostimare costi e tempi necessari per avviare l’attività, non avere partner, considerare i clienti come “capi”: alcune delle trappole da evitare

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Ci sono persone che al posto fisso preferiscono la libertà di mettersi in proprio. Ma prima di lanciarsi nel mondo delle ritenute d’acconto e delle partite Iva, occorrerebbe analizzare con cautela la situazione, soppesare attentamente pro e contro e soprattutto evitare alcuni passi falsi. Quali? Innanzitutto, secondo Lorenzo Cavalieri, Managing Partner della società di consulenza e formazione Sparring e autore di un articolo dedicato su Il Sole 24 Ore, non bisogna sottovalutare l’importanza della dimensione finanziaria del progetto. È chiaro che chi decide di mettersi in proprio deve fare una stima di quanto guadagnerà una volta che dal suo fatturato avrà tolto le principali voci di spesa: costi vivi, previdenza e fisco. L’equazione, però, è meno semplice del previsto. Infatti, comprende almeno quattro variabili che possono indurre ad altrettanti errori: sottostimare i costi e i tempi necessari per avviare l’attività; pensare che i costi siano tendenzialmente stabili nel tempo; prevedere flussi di cassa in ingresso uniformi e regolari. Per evitare spiacevoli sorprese meglio rivedere in maniera critica e rigorosa i propri numeri. Anche e a maggior ragione se il progetto presenta delle debolezze che si vorrebbero ignorare.

Lavoro: per mettersi in proprio serve cambiare mentalità

Il secondo errore consiste nel vedere la partita Iva come una mera questione finanziaria e contrattuale e non come un progetto di vita. Chi decide di mettersi in proprio deve smettere di pensare con la mentalità del dipendente e il primo passo per farlo è cambiare approccio psicologico. Di fronte a un annuncio di lavoro da dipendente che sembra fatto apposta per le proprie esigenze si prova la tentazione di candidarsi perché “non si sa mai”? Allora probabilmente il lavoro autonomo non è molto affine con la propria visione del mondo ed è meglio cambiare piani.

Infine, l’ultimo errore è preoccuparsi più di avere clienti e aumentare il fatturato piuttosto che di riuscire a gestire al meglio la propria vita. Uno dei vantaggi del mettersi in proprio sta nell’avere libertà organizzativa e gestionale. Ma se si finisce di diventare “dipendenti” dei propri clienti, di essere sempre a loro disposizione e di non riuscire a dire no, allora che vantaggio ha scegliere la via del lavoro autonomo? Un progetto destinato al successo è un progetto che si fonda sulla diversificazione dei clienti e su una rete di partner/collaboratori cui rivolgersi durante i periodi di picchi di lavoro.

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© Tumisu on Pixabay