Tutti i fusi dell’ora del tè

Sacro per i giapponesi, lussuoso in Francia, nazionalista in Gran Bretagna, ma coltivatissimo in Cina: che cosa c’è di più globale di una foglia di camelia?

Tutto il mondo potrebbe fermarsi alla cinque del pomeriggio per sorseggiare un buon tè. Non c’è niente di più globalizzato, infatti, del rito che accompagna la coltivazione, l’essicazione e la preparazione di una fumante tazza di quest’antica bevanda. Da oggi, però, è possibile scoprire i segreti delle originali cerimonie orientali grazie all’Associazione italiana degli amanti de tè (maestridelthe.it) e a Qi Meng Han, disponibile per cerimonie, inaugurazioni, eventi aziendali, attività promozionali, feste, compleanni, tea party e servizi di Tea Catering in tutta la Penisola.

Oltre ad aver frequentato le più celebri case da tè cinesi, si è diplomata “maestra di cerimonia” in una delle migliori scuole del Guangdong ottenendo il prestigioso titolo nazionale di “Gao Ji Cha Yi Shi” (o Advanced Master in the Art of Tea). Se, infatti, il tè in Giappone ha quasi un sapore religioso, nel Regno Unito resta un piacere nazionalista accompagnato da latte, sandwich e scones, e in Francia veste il suo abito più lussuoso – la maison Mariage Frères offre fino a 700 etichette, un museo unico e scatole luxury da 50 euro per 20 grammi –, resta la Cina la patria di questa bevanda: maggior produttore mondiale (1,7 milioni di tonnellate, davanti a India, Kenya e Sri Lanka), la leggenda narra che ve ne siano diecimila varietà nel Paese.

Per districarsi nell’immensa gamma immensa di varietà, ci si può far aiutare dai consigli della tradizione: per i tè neri, dal gusto più deciso da bere al mattino, vanno utilizzate teiere in terracotta, argento, peltro o ghisa. Il tè verde e l’oolong, più light e adatti a ogni momento della giornata, richiedono solo la porcellana. Ogni cultura invece mantiene le proprie abitudini in fatto di “tazze”: la mug è un distintivo British, le tazzine di porcellana parlano cinese, mentre i bicchierini di vetro sono una particolarità del mondo arabo.

BLACK TEA (fermentato) È il più comune al mondo: viene ossidato, fermentato ed essiccato. Le foglie vengono poi setacciate e divise per grandezza

GREEN TEA (non fermentato)Il processo di fermentazione viene bloccato riscaldando le foglie a fuoco o a vapore. Amatissimo in Asia

OOLONG (semi-ossidato) Una via di mezzo tra verde e nero. La particolarità è che le foglie appassite vengono agitate in ceste per limarne i bordi, dove poi comincia l’ossidazione

WHITE TEA (appassito)Viene ritenuto il più pregiato ed è prodotto soprattutto in Cina. È lasciato essiccare senza alcuna trasformazione

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