La rinascita del Complesso della Pilotta di Parma

Il complesso parmense di origini cinquecentesche si presenta ai visitatori con diverse novità. È stata rinnovata la Galleria Nazionale, mentre il Museo Archeologico è stato riorganizzato e il teatro Farnese valorizzato

Complesso della PilottaHanninen

È il Complesso della Pilotta di Parma il museo da non perdere questo mese. La Pilotta, che deve il suo nome al nobile gioco della pelota che qui si praticava, fu con­cepita per i servizi della corte cinquecentesca dei Far­nese come cittadella connessa con (l’oggi distrutto) palazzo Ducale: conteneva un labirinto di magazzini, scuderie, caserme.

Con il ducato dei Borbone, nel Settecento, ha cambiato pelle accogliendo la quadreria e una raccolta libraria, mentre oggi è un complesso monumentale con pochi pari in Italia, con vari istituti (la Gal­leria Nazionale, la Biblioteca Palatina, il Museo Archeologico, il Museo Bodoniano, il Teatro Farnese) dal 2016 riuniti insieme.

La nuova Galleria Nazionale nel Complesso della Pilotta

Dopo sei anni di lavori la Galleria Nazionale si presenta tutta nuova: sono state riconcepite 29 sale, restaurate una sessantina di opere e oltre un centinaio di cornici ed è stata dedicata una serie di ambienti, sette, agli esponenti più significativi della cosiddetta “scuola emiliana” tra il Cinque e il Seicento, valorizzando talenti puri e poco noti come il delicato manierista Girolamo Mazzola Bedoli e il barocco e caravaggesco Bartolomeo Schedoni.

Simone Verde Pilotta

Nella Galleria Nazionale della Pilotta sono state riconcepite 29 sale e restaurate una sessantina di opere e oltre un centinaio di cornici (foto © Hanninen)

La riorganizzazione del Museo Archeologico

In attesa dei fondi del Pnrr che permetteranno il totale abbattimento delle barriere architettoniche e una migliore illuminazione dell’intera struttura, anche il Museo Archeologico (il più antico d’Italia) è stato riorganizzato: anche in questo caso, come ci ha raccontato Simone Verde, direttore attivo e capace del Complesso della Pilotta, i lavori sono stati imponenti.

Il nuovo percorso, che si snoda in senso cronologico, prende le mosse da un grande bifacciale proveniente dalla Francia per poi proseguire con reperti locali dall’epoca del Paleolitico all’Età del Ferro. La chicca: le sale dedicate a Veleia, la città romana scavata nel Settecento per volere di don Filippo di Borbone, con i suoi reperti etruschi e romani tanto amati nell’Ottocento.

Simone Verde Pilotta

Simone Verde, direttore del Complesso della Pilotta (foto © Hanninen)

Si termina con i resti della Parma medievale, in perfetto raccordo con la collezione della Galleria Nazionale. In quello che il direttore Verde definisce «un museo enciclopedico» (mettete in conto almeno mezza giornata per gustarvi gli spazi interni, includendo una pausa nei verdi cortili), ciò che colpisce è la varietà e la qualità dell’offerta.

Certamente, la perla da fotografare lungo il percorso della Galleria Nazionale è la straordinaria Scapigliata di Leonardo da Vinci, ma anche la Passerella Farnese, che ora accoglie con un efficace allestimento sospeso il ricco medagliere ducale, merita grande attenzione.

Il Teatro Farnese

Nel Complesso della Pilotta è nascosta un’ulteriore gemma: il Teatro Farnese, nato per spettacoli effimeri nel Seicento e rimasto in piedi fino alla II Guerra Mondiale, quando venne bombardato per poi essere minuziosamente ricostruito. Un nuovo suggestivo videomapping con proiezioni e suoni sul palco ne valorizza ora la struggente bellezza, rendendo indimenticabile la visita di questo affascinante e ancora troppo poco noto complesso museale.


Articolo pubblicato su Business People di settembre 2023, scarica il numero o abbonati qui

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