Nonostante i dipendenti privati in Italia abbiano visto un aumento dei loro stipendi nelle buste paga, non è detto che sia stato sufficiente e che si traduca in una crescita del Paese.
Il nuovo Salary Outlook dell’Osservatorio JobPricing attesta che nel 2024 c’è stata una ripresa della capacità di spesa, la prima in dieci anni, anche grazie a importanti rinnovi contrattuali. Si parla del +3,3% in busta paga, con una media nazionale di 31.856 euro lordi, contro il +1% dei prezzi. Tuttavia, non si tratta di numeri molto soddisfacenti. Tuttavia dal 2015 la Ral, la Retribuzione annua lorda, è cresciuta dell’11%: troppo poco se si pensa all’inflazione pari al 20,8% e inferiore rispetto alla Spagna, per esempio.
Il quadro salariale completo per settori ed età
A beneficiare dell’aumento degli stipendi nelle buste paga sono stati soprattutto gli inquadramenti più bassi: gli operai, nel 2024, hanno registrato un incremento della Ral pari al 4,6%, con una crescita in dieci anni che ha sfiorato il 14%. Per i dirigenti il saldo del 2024 è negativo dello 0,9% e nel decennio dello 0,4%.
Nell’industria, gli stipendi più bassi hanno visto incrementi superiori alla media. I servizi finanziari hanno le retribuzioni più alte, con una Ral di 45.461 euro. Il settore agricolo si ferma a 26.158 euro, ma ha registrato un aumento del 5,2% rispetto al 2023.
“La principale dinamica osservata nel mercato retributivo degli ultimi anni – ha affermato Matteo Gallina, responsabile dell’Osservatorio JobPricing – è una lieve ma continua riduzione dei gap interni, dettata dai rinnovi dei Ccnl e dalla pressione dell’aumento dei prezzi, che ha spinto aziende e istituzioni a supportare la quota di lavoratori che partiva da un livello più basso”.
Come è cambiato il gender pay gap
Inoltre, il +3,3% degli stipendi è stato uguale sia per gli uomini e che donne e, sul lungo periodo, il gender pay gap – ancora inaccettabile al 7,2% – è leggermente migliorato. Sono le buste paga di chi entra nel mondo del lavoro, con un’età compresa fra i 15 e i 24 anni, a registrare la crescita maggiore nel 2024 (con un +4,5%) e nel decennio (con un +26,4%).
Tuttavia, il 60% dei lavoratori privati guadagna meno di 31mila euro e l’incremento del potere d’acquisto è parziale. Il timore degli esperti è che sia insufficiente per spingere sui consumi e per far crescere il Pil.
Secondo l’analisi della Bce, l’inflazione ha “segnato le convinzioni delle persone, inducendo le famiglie a percepire il proprio reddito reale come inferiore a quello effettivo”. Inoltre, c’è da considerare che il 40% degli italiani non ha visto aumenti in busta paga. Se poi si pensa che la spinta sugli stipendi e le buste paga potrebbe aver già raggiunto il picco massimo, c’è un altro problema.
“L’aumento delle retribuzioni è stato un segnale positivo – ha detto Federico Ferri, Senior partner e Ceo di JobPricing – Non siamo sicuri che, tuttavia, questa crescita retributiva si potrà riproporre già nel nuovo anno. Sarà tutto da vedere, per via del contesto economico incerto, delle tensioni geopolitiche e dell’imminente attuazione della Direttiva Ue sulla trasparenza retributiva”.
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