Ue, Google sotto inchiesta: posizione dominante

Aperta un'indagine nei confronti di Mountain view per presunta violazione delle regole sulla concorrenza. Bruxelles accoglie i ricorsi dei concorrenti e avvia un’indagine dell’antitrust. Come fu per Microsoft e Intel, anche per il motore di ricerca più cliccato al mondo potrebbe arrivare una multa miliardaria…

Comportamenti anti-concorrenziali nella vendita di spazi pubblicitari sui suoi siti e su quelli dei partner oltre al declassamento artificioso del rango di alcuni concorrenti specializzati nella fornitura di servizi specifici. Sono solo alcuni dei ‘capi di accusa’ che l’Unione europea si prepara ad esaminare nei confronti di Google, il motore di ricerca più cliccato al mondo, che è finito sotto la lente dell’antitrust comunitaria per presunte violazioni delle regole sulla concorrenza. Da poche ore, infatti, la Commissione europea ha aperto un’inchiesta sull’operato di Mountain View in seguito ai ricorsi presentati lo scorso febbraio da alcuni concorrenti: il motore di ricerca ‘Bing’, controllato da Microsoft, il sito francese ejustice.fr e quello inglese Foundem, specializzato nella comparazione dei prezzi. Dopo aver analizzato per mesi il contenuto dei reclami ricevuti, il commissario Ue alla concorrenza Joaquin Almunia ha deciso che era il caso di formalizzare l’indagine per verificare se l’accusa rivolta al gigante informatico statunitense di favorire i propri servizi – sia quelli gratuiti e sia quelli a pagamento – a discapito della concorrenza è fondata. Il sospetto di abuso di posizione dominante su cui indagherà l’Antitrust Ue riguarda diverse attività svolte da Google. Come Microsoft, Intel e Apple, anche Google finisce nel mirino di Bruxelles. Le indagini, che dureranno diversi mesi, potrebbero concludersi con una multa miliardaria.

I capi d’accusaIl motore di ricerca, si legge in una nota diffusa da Bruxelles, avrebbe artificiosamente declassato “il rango di alcuni concorrenti specializzati nella fornitura di contenuti specifici”, attribuendo invece ai propri servizi un “piazzamento preferenziale. Inoltre, il gruppo statunitense, secondo i rilievi mossi dai ricorrenti, avrebbe tenuto comportamenti anti-concorrenziali in relazione alla vendita degli spazi pubblicitari sui suoi siti e su quelli di altri suoi partner. Indagini anche per l’attività svolta con AdWords Quality Score, un parametro utilizzato da Google per valutare la ‘qualità’ degli inserzionisti che gioca un ruolo fondamentale nel determinare il costo della pubblicità. Almunia ha sottolineato che Google possiede “di gran lunga” una posizione leader nell’Ue nei settori delle ricerche (la sua quota di mercato è stimata nel 90%) e della pubblicità online; ha tenuto a precisare che “al momento nessuno dei ricorsi presentati risulta chiaramente infondato”, ma anche che la decisione odierna “non significa che la Commissione ha già le prove” di violazioni di norme Ue. Nell’avviare la sua inchiesta, la Commissione ha voluto anche tirare le fila delle indagini già avviate sulle attività di Google da parte di diverse Authority antitrust nazionali, in particolare in Germania, Italia e Francia, per evitare duplicazioni e sovrapposizioni.

Indagini antitrust, la replica di GoogleAppresa la decisione di Bruxelles, Google ha assicurato che lavorerà con la Commissione Europea “per affrontare le loro preoccupazioni. Sin da quando l’azienda è stata creata – si legge in una nota del gruppo statunitense – ci siamo impegnati per fare la cosa giusta per i nostri utenti e per il nostro settore: abbiamo fatto in modo che la pubblicità fosse sempre chiaramente indicata come tale, abbiamo fatto in modo che gli utenti possano trasferire i propri dati in modo semplice quando decidono di passare ad altri servizi e abbiamo investito pesantemente in progetti open source. Tuttavia – ribadisce Google – ci sarà sempre spazio di miglioramento”.

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