Tripadvisor, il Tar annulla la multa: «Vittoria dei consumatori»

La motivazione: «Il portale non ha mai asserito che tutte le recensioni sono vere»

Chi ha detto che le recensioni debbano essere vere? A quanto pare, Tripadvisor non l’ha mai fatto: è questo il modo in cui il Tar giustifica l’annullamento della multa al celeberrimo sito che colleziona giudizi degli utenti su ristoranti, alberghi e luoghi pubblici, guida insostituibile per turisti e consumatori di tutto il mondo.

LA SENTENZA. Una guida che, però, a causa dell’utilizzo sconsiderato (o furbo) di alcuni recensori, è diventata ricettacolo di comportamenti scorretti che hanno causato danni notevoli all’immagine di alcuni esercizi, o ne hanno favorito ingiustamente altri. Il Tar, tuttavia, non sembra voler imputare la colpa alla scarsa vigilanza del portale, asserendo che nulla, nel regolamento del sito, garantirebbe all’utente che ogni recensione sia veritiera.

LE REAZIONI. Annullata, dunque, la multa di 500 mila euro a Tripadvisor, contro cui il portale aveva fatto ricorso. Decisamente insoddisfatta l’Unione Nazionale dei Consumatori, che tramite il segretario Massimiliano Dona fa sapere di sperare di ottenere giustizia nei prossimi gradi di giudizio; condivide la delusione anche Federalberghi, che continua a ribadire l’incapacità di comprendere il rifiuto del portale di apportare migliorie e rendere più stringenti i controlli sulle recensioni, azioni che andrebbero a vantaggio del sito stesso, rendendolo più affidabile.

Ad esempio, è di pochi giorni fa la notizia di un ristorante in provincia di Brescia, che aveva scalato le classifiche della zona grazie a qualche recensione a 5 stelle, scavalcando tutti gli altri esercizi della zona. E c’era riuscito nonostante … non esistesse: il “tranello”, organizzato dalla rivista Italia a tavola, aveva dimostrato le falle del portale.

NON FIDARSI DELLA RETE. La sentenza del Tar e le sue motivazioni, comunque, hanno l’aspetto di un invito ai consumatori: non sembra essere possibile fidarsi di quel che si trova online. La trasparenza e l’imparzialità della Rete sembra dunque ancora un miraggio, piuttosto che un obiettivo ormai conquistato: l’anonimato favorisce l’operare interessato di “furbetti” da cui, pare, è ancora difficile tutelarsi.

LA REAZIONE. «Siamo estremamente soddisfatti che il Tar del Lazio abbia ribaltato la decisione dell’Autorità Antitrust confermando ciò che abbiamo sempre saputo: TripAdvisor rappresenta una risorsa affidabile e preziosa, non contiene alcun messaggio ingannevole rispetto alla fonte delle recensioni e i processi che TripAdvisor utilizza per mantenere l’integrità dei contenuti sono molto efficaci», commenta il portale, «abbiamo fatto appello contro la decisione dell’Autorità Antitrust perché pensavamo fosse irragionevole ed eravamo in forte disaccordo con il suo contenuto. Il Tar del Lazio ha confermato che la decisione dell’Antitrust era assolutamente infondata e di conseguenza ha riconosciuto la validità degli strumenti migliori del settore adottati da TripAdvisor per proteggere il nostro sito dalle frodi».

«Milioni di persone», conclude la nota, «utilizzano TripAdvisor ogni giorno per trovare aiuto nel prendere le migliori decisioni per le prenotazioni di viaggio ed essere sicuri di ricavare il miglior valore possibile da quanto guadagnato con fatica. Questa è sia una vittoria per i consumatori sia una conferma dell’impegno di TripAdvisor nell’aiutare a democratizzare l’industria del turismo».

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