Mutui: i rialzi frenano la domanda. La rata media sale del 28%

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I primi sei mesi dell’anno sono stati caratterizzati da una profonda cautela per quanto riguarda il credito alle famiglie, e anche la domanda dei mutui immobiliari ha subito un contraccolpo, derivato principalmente dall’innalzamento dei tassi interesse. Dall’analisi del Barometro Mutui di Crif, è emerso che nel primo semestre 2023 le richieste dei mutui hanno fatto segnare una contrazione del 22,4% rispetto al corrispondente periodo del 2022; valore che continua a essere influenzato dal fenomeno delle surroghe. Queste ultime hanno subito una flessione del 30,8%, mentre i nuovi mutui erogati si sono contratti del 21,6%.

I mutui nel primo semestre in Italia: l’analisi di Crif

In base a quanto registrato dalla società specializzata in sistemi di informazioni creditizie, commerciali e soluzioni per la gestione del credito nel primo semestre l’importo medio richiesto per è rimasto pressoché stabile con un valore complessivo di 144.279 euro (-0,6%)

A causa dell’aumento dei costi dei mutui a tasso variabile, collegato all’incremento dei tassi, a marzo 2023 la rata è aumentata mediamente del 28% rispetto ai minimi di metà 2022, con un picco del +40% per i mutui di più recente erogazione, dove la rata media passa da 616 euro a 865 euro. L’impatto, si sottolinea nel Barometro Mutui di Crif, è oggi ancora più significativo considerando gli ulteriori incrementi dei tassi di maggio (+0,75%) e giugno (+0,25%).

Per il 65% dei mutui in bonis (cioè senza rate scadute e non pagate), l’aumento dei tassi ha comportato un aumento del montante (calcolato in modo semplificato, come somma algebrica delle rate residue) tra gennaio 2022 e marzo 2023, nonostante le rate pagate nei 14 mesi trascorsi. Per i mutui più recenti, questo ha determinato un significativo aumento dell’indebitamento complessivo delle famiglie del 24% in poco più di un semestre, pari a circa 34 mila euro per contratto.

Importi, durata e fasce di età per i mutui

Per quanto riguarda la distribuzione per fascia di importo, nel primo semestre del 2023 le richieste di mutuo per importi compresi tra 100 mila e 150 mila euro restano ancora la soluzione preferita dalle famiglie italiane, con circa il 30% del totale; percentuale in linea con il corrispondente periodo del 2022. Al secondo posto, con il 25,9%, rimane la classe di importo tra 150 mila e 300 mila euro.

Dall’analisi della distribuzione delle richieste per durata, emerge invece che la fascia più rilevante è quella tra i 25-30 anni, con il 36,7% del totale dei mutui. Nel complesso, otto richieste su dieci prevedono piani di rimborso superiori ai 15 anni, a conferma della propensione delle famiglie a privilegiare soluzioni che pesino il meno possibile sul bilancio familiare.

Per quanto riguarda la classe di età vediamo che le fasce 25-34 e 35-44 anni rappresentano una fetta del 61,3% della richiesta, cui segue quella di chi ha 45-54 anni che rappresenta il 23,4%.

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