UniCredit ha acquisito il 4,1% del capitale sociale di Generali. Si tratta di un’operazione graduale tramite acquisti sul mercato, puramente finanziaria e senza fini strategici. Tuttavia, vista la situazione precaria fra gli azionisti del gruppo, non è detto che non possano cambiare gli equilibri.
A questa quota si aggiunge anche uno 0,6% detenuto come sottostante per attività ordinarie dei clienti e relative coperture, ma l’istituto bancario guidato da Andrea Orcel ha fatto sapere che soltanto il 4,1% è riconducibile direttamente a Unicredit.
Nonostante siano state chiarite le intenzioni dietro questa operazione, è probabile che l’interpretazione da parte degli analisti e dei diretti interessati possa essere differente. Le azioni di Generali, infatti, hanno raggiunto livelli record a quota 30 euro: il massimo dal 2007.
Il ruolo di Delfin e Caltagirone nella partita
C’è chi pensa che Unicredit possa avere un ruolo più attivo e centrale nella gestione di Generali, dato che Andrea Orcel ha deciso di entrare in gioco in un momento delicato. Per l’8 maggio 2025, infatti, è previsto il rinnovo del Consiglio di amministrazione.
Lo fa in una situazione in cui il principale azionista di Generali è Mediobanca, che detiene circa il 13,1% del capitale e ha molta voce in capitolo sulla gestione del gruppo. Tuttavia negli ultimi anni sono emerse delle tensioni tra Piazzetta Cuccia e altri azionisti come il gruppo Delfin di Del Vecchio e Francesco Gaetano Caltagirone. Entrambi non vedono di buon occhio l’operato del Ceo Philippe Donnet.
Nelle loro intenzioni, infatti, c’è di mutare gli equilibri interni a Generali, contestando le scelte strategiche e chiedendo una maggiore indipendenza dalla governance di Mediobanca. Delfin detiene attualmente circa il 9,93% delle azioni di Generali, mentre Caltagirone il 6,92%. Questo fa di loro due attori molto importanti nel risiko bancario che vede in palio il controllo del timone.
In un periodo così delicato in termini di equilibri, l’entrata in campo di UniCredit con una quota significativa del capitale sociale rischia di potrebbe influenzare le dinamiche interne alla compagnia di assicurazioni. Chissà che non si registrino dei cambiamenti importanti anche all’iterno del board.
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