Amazon, Google, Apple e le altre big tech: una minaccia per le banche

I colossi dell’elettronica hanno grande liquidità e possono raccogliere informazioni utili a valutare il rischio di credito dei consumatori. Per competere, gli istituti di credito devono accogliere la trasformazione digitale

Altro che mercati impazziti, crisi economica, consumatori sfiduciati. Il vero pericolo per le banche arriva dalle cosiddette “big tehcs”, ossia i colossi dell’elettronica, del commercio online e dell’internet, come Amazon, Google, Apple, Facebook e Alibaba. A lanciare l’allarme è stato il vice direttore generale della Banca d’Italia, Fabio Panetta, in un intervento all’università di Harvard. Ma per quali ragioni queste aziende sono così pericolose per le banche? Perché utilizzano piattaforme in grado di raccogliere in tempo reale informazioni su prodotti, vendite e soddisfazioni del cliente, ma anche dati personali: tutte nozioni che consentono di valutare il loro rischio di credito. Non solo. Dalla loro hanno anche una grande liquidità, vicina in alcuni casi al trilione di dollari.

Le banche possono tener testa ad Amazon & Co.

“La tecnologia sta buttando giù barriere per entrare nel credito e nel mercato dei servizi finanziari e i player meno efficienti potrebbero non essere in grado di sopravvivere all’aumento della competizione. Mi aspetto che le strutture del mercato finanziario e bancario in 10 anni saranno davvero diverse da quelle attuale e gli operatori non bancari probabilmente giocheranno un ruolo molto più grande”, ha spiegato Panetta. Ecco perché è fondamentale che anche le banche, al pari di Amazon, Google e le altre big tehc, si dotino di tecnologie digitali all’avanguardia. In questo contesto, appara fondamentale anche sviluppare strumenti per la cybersecurity. E la Banca d’Italia, stando alle parole del suo vice direttore, è pronta per affrontare queste sfide.

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