Space Economy: business da oltre 370 miliardi di dollari. Italia tra i big UE

La Penisola investe oltre 1 miliardo di dollari l’anno nel settore, che ha importanti risvolti sul fronte della competitività del Paese e della transizione ecologica

La Space Economy? Un business in costante crescita con risvolti importanti sul fronte della competitività del Paese e della transizione ecologica. È quanto emerge dai risultati della ricerca dell’’Osservatorio Space Economy della School of Management del Politecnico di Milano, presentata in occasione del convegno La Space Economy per la competitività e lo sviluppo sociale del Paese, tenutosi lo scorso 25 gennaio.

Sulla base dei dati raccolti dall’Osservatorio, i budget che i governi di tutto il mondo spendono per l’economia dello spazio si aggirano tra gli 86,9 e i 100,7 miliardi di dollari. Per entità di spesa, nell’anno fiscale 2021, appena dopo gli Stati Uniti (ampiamente al primo posto nel mondo con gli 43,01 miliardi di dollari), viene l’Europa con 11,48 miliardi di dollari, seguita da Cina, Russia, Giappone e India: grazie a Copernicus, Egnos e Galileo, l’Unione europea possiede sistemi spaziali di livello mondiale, con più di 30 satelliti in orbita (e l’intenzione di raddoppiarli nei prossimi 10-15 anni) e una previsione di spesa di 14,8 miliardi di euro nel periodo 2021-2027, la somma più alta mai stanziata prima.Ben 88 paesi nel mondo investono in programmi spaziali, 14 dei quali hanno capacità di lancio; l’Italia è tra i nove dotati di un’agenzia spaziale con un budget di oltre 1 miliardo di dollari all’anno. Analizzando gli investimenti dei singoli Paesi in relazione al Pil (0,06% nel 2019), il nostro Paese si colloca al sesto posto al mondo, dopo Russia, Usa, Francia, India e Germania, e al terzo in Europa. Con 589,9 milioni di euro, l’Italia è il terzo contribuente all’European Space Agency nel 2021, dopo Francia (1065,8 milioni) e Germania (968,6).

Space Economy: oltre 12 miliardi di euro investiti in start up

Significativi sono anche gli investimenti privati nelle startup della Space Economy. Nel 2021, si stimano complessivamente 12,3 miliardi di euro di finanziamenti a livello globale, una cifra rilevante con un sempre maggiore coinvolgimento del mercato azionario: ben 606 imprese nel 2021 si sono quotate tramite il meccanismo di SPAC (Special Purpose Acquisition Company), contro una sola nel 2020.A fronte di questi investimenti, si stima che il mercato della Space Economy valga oggi 371 miliardi di dollari di ricavi a livello globale, di cui il 73% riconducibile all’industria satellitare (che include servizi satellitari di telecomunicazione, navigazione ed osservazione della Terra, prodotti per l’equipaggiamento a Terra come sensori, antenne o Gps). Complessivamente, le stime 2021 di crescita sono rimaste costanti rispetto all’anno precedente (il cui valore era stimato a 366 miliardi di dollari).

La Space Economy cresce anche in termini di satelliti in orbita. Nel 2021 se ne contano in totale 4838, con un aumento in particolare dei piccoli satelliti (sotto i 600 kg): solo nel 2020 ne sono stati lanciati il 40% (pari a 1202 satelliti) di quelli lanciati negli ultimi 10 anni. La massa totale dei satelliti orbitanti è di circa 564 tonnellate, in un trend di aumento costante che porta con sé certamente grandi opportunità, ma anche il rischio di inquinamento dello spazio e di collisioni involontarie tra carichi operativi e detriti spaziali.

Il ruolo del Pnrr nella Space Economy italiana

Il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) prevede il finanziamento diretto allo spazio per 1,49 miliardi di euro. Anche se ingenti, le risorse stanziate copriranno solo una quota degli investimenti per alcune linee di intervento: SatCom, Osservazione della Terra, Space factory, Accesso allo Spazio, In-orbit economy e Downstream. “Un segnale di per sé positivo per il settore, ma – si evidenzia dall’Osservatorio – non ancora pienamente maturo nella visione di medio-lungo periodo se si considera il contributo che la Space Economy può dare al raggiungimento degli obiettivi strategici degli stessi Pnrr e Green Deal europeo. La ricerca spaziale infatti può contribuire alla transizione digitale e ecologica, alla mobilità sostenibile, all’inclusione e alla salute. Le nuove infrastrutture SatCom saranno centrali per lo sviluppo della telecomunicazione, della crittografia quantistica, della telemedicina. La protezione del pianeta e la transizione ecologica richiedono applicazioni avanzate di osservazione dallo spazio. La mobilità intelligente e la guida autonoma potranno svilupparsi solo con sistemi satellitari di posizionamento e geo-localizzazione. In questo contesto, l’integrazione delle tecnologie digitali in infrastrutture spaziali di nuova generazione costituisce il cuore della New Space Economy, la frontiera decisiva per lo sviluppo di servizi innovativi ad elevato valore aggiunto”.Una delle prospettive di sviluppo futuro della Space Economy è rappresentato dall’Internet Satellitare, destinato a diffondersi per coprire le molte aree del mondo non ancora in grado di accedere ad Internet. Il gap tecnologico rispetto all’infrastruttura terrestre (via cavo) potrebbe essere presto colmato, ma secondo l’analisi dell’Osservatorio il vero valore aggiunto di Internet via satellite si otterrà usando in modo complementare i due asset non necessariamente in competizione, agendo a livello di regolamentazione, management ed intento privato, favorendo la nascita di mercati B2C, B2B e B2G che possano trarne vantaggio e stimolarne la crescita tecnologica ed economica.

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