Sharing Economy, in Italia mercato da 3,5 miliardi di euro

L’economia collaborativa è già realtà nel nostro Paese, ma il suo peso nei prossimi dieci anni può quadruplicare arrivano a pesare lo 0,7% del Pil

Quanto vale oggi la sharing economy in Italia? E quale sarà il suo valore tra dieci anni? La risposta arriva da una ricerca dell’Università degli Studi di Pavia commissionata da Phd Italia, – agenzia media e di comunicazione di Omnicom Media Group –, presentata come la prima indagine che che quantifica l’impatto economico complessivo dell’economia collaborativa nel nostro Paese. In base allo studio, a oggi la sharing economy vale 3,5 miliardi di euro, lo 0,2% del Pil, ma le previsioni di crescita per i prossimi cinque e dieci anni, a seconda degli scenari ipotizzati, arrivano a toccare cifre che variano dagli 8,8 ai 10,5 miliardi di euro (per il 2020) e dai 14,1 fino ai 25,2 miliardi di euro (per il 2025).

COS’È LA SHARING ECONOMY. La ricerca segue l’approccio della Commissione europea che considera frutto dell’economia collaborativa le transazioni prodotte attraverso le piattaforme digitali con un modello di business basato sul noleggio o la condivisione di beni e servizi, allo scopo di ridurre il sotto-utilizzo e l’uso inefficiente degli stessi. Per effettuare la ricerca è stato creato un modello economico ad hoc, battezzato Shaker (Sharing Key Economic Resources) attraverso la metodologia della System Dynamics, un approccio cognitivo che permette di interpretare e modellare qualunque fenomeno, economico così come fisico, sociale, psicologico, costruendo scenari.

SEMPRE PIÙ SHARING ECONOMY

LE PREVISIONI. In base allo scenario attuale (6,4 milioni di utenti forti della sharing economy nel nostro Paese) nel 2020 l’economia collaborativa supererà il doppio del suo valore attuale raggiungendo gli 8,8 miliardi di euro, equivalenti allo 0,5% del Pil (9,7 milioni di utenti) e nel 2025 crescerà di oltre il quadruplo rispetto a oggi, toccando i 14,1 miliardi, cioè lo 0,7% del Pil (12 milioni di utenti). Un primo scenario è basato sull’ipotesi che a decollare sia la popolazione di utenti della sharing economy (dagli attuali 6,4 milioni a 11,5 milioni nel 2020 e 16,5 milioni nel 2025). In termini di valore aggiunto per l’economia, nel 2020 il valore della sharing economy è previsto in 10,2 miliardi di euro (+16% rispetto allo scenario base) e, nel 2025, in 19,4 miliardi (+37% vs. scenario base). Per contro, lo scenario digital disruption è quello più ottimista, perché ipotizza non solo l’incremento degli utenti della sharing economy (11,6 milioni nel 2020 e 21,4 milioni nel 2025), ma anche un allargamento della popolazione di internauti in assoluto all’interno di tutte le fasce, frutto degli investimenti sulle infrastrutture digitali che andranno probabilmente aumentando. In questo secondo scenario l’impatto economico dell’economia collaborativa risulterebbe pari a 10,5 miliardi nel 2020 (0,6% sul Pil) e a 25,2 miliardi di euro nel 2025 (1,38% sul Pil).

IPOTESI BOLLA. E se si trattasse di una bolla? La ricerca prova a rispondere anche a questa domanda e ipotizza, per il 2025, un valore di soli 4 miliardi di euro, dopo aver raggiunto un picco di 14 miliardi di euro nel 2019.

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