Come previsto, il Consiglio direttivo della Banca Centrale Europea (Bce) ha ridotto di 25 punti base i tre tassi di interesse di riferimento. Il tasso sui depositi, che scende al 3%, sarà effettivo dal 18 dicembre 2024. È il quarto taglio sul costo del denaro operato dalla Bce a partire da giugno 2024, un segnale significativo sull’orientamento dell’attuale politica monetaria comunitaria.
Le motivazioni alla base della decisione riguardano la situazione economica generale dell’Eurozona, come spiegato dalla presidente della Bce, Christine Lagarde. Si assiste, infatti, a un rallentamento complessivo della crescita nelle componenti macro, mentre l’inflazione è ancora da stabilizzare: le stime del Consiglio direttivo puntano con convinzione sul traguardo del 2% a medio termine.
Lagarde ha invitato quindi tutti gli attori alla prudenza, proprio sul fronte dell’inflazione in primis, e ha ricordato che attualmente non c’è “un particolare percorso dei tassi” verso l’allentamento monetario, inteso come programma già pianificato a monte in maniera vincolante: le decisioni strategiche verranno prese con cautela volta per volta, caso per caso.
“Per definire l’orientamento di politica monetaria adeguato, la Bce seguirà un approccio guidato dai dati in base al quale le decisioni vengono adottate di volta in volta a ogni riunione”, ha spiegato la presidente. L’istituto fa affidamento anche sulla ripresa dei consumi e su un incremento dei salari, mentre sulla produttività e sugli investimenti continuano a pesare le insicurezze internazionali, con la complicità dell’avvento di Donald Trump alla Casa Bianca e dei suoi possibili dazi internazionali.
Le ultime proiezioni macroeconomiche, diffuse sempre ieri, parlano di un’inflazione totale in media al 2,4% nel 2024, al 2,1% nel 2025, all’1,9% nel 2026 e al 2,1% nel 2027. Riguardo alla crescita economica, l’orizzonte è dello 0,7% nel 2024, l’1,1% nel 2025, l’1,4% nel 2026 e l’1,3% nel 2027, con una leggera revisione al ribasso. Francesco Carrubba
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