L’Ocse taglia le stime di crescita per il 2020: Italia sempre più giù

Il dato italiano è il peggiore fra gli Stati avanzati (eccezione dell’Argentina). Tuttavia, il rallentamento riguarda tutte le economie del G20

Per l’Italia le cattive notizie sembrano non finire mai. L’ultima arriva dall’Ocse, l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, che non solo conferma la stima di stagnazione (crescita a zero) per quest’anno, ma taglia anche le stime di crescita per il 2020: il nostro Paese passa dal +0,6% previsto in primavera a un risicato un +0,4%. In realtà, c’è da dire che nell’aggiornamento di settembre del rapporto sull’economia globale, l’Ocse lancia un allarme su tutta l’economia mondiale, definendola “fragile e incerta”. Il rallentamento, dunque, è globale: la crescita è prevista al 2,9% quest’anno e al 3% il prossimo, rispettivamente 0,3 e 0,4 punti in meno di quel che si stimava pochi mesi fa. Ciò non toglie però che il dato italiano sia quello peggiore fra gli Stati avanzati, con la sola esclusione dell’Argentina. Ma per quali ragioni sono scattate le forbici sulle stime in quasi tutte le economie del G20? “Le tensioni commerciali crescenti stanno provocando danni crescenti sulla fiducia e gli investimenti, aggiungendo ulteriori incertezze e pesando sulla propensione al rischio degli investitori finanziari, mettendo a repentaglio le prospettive di crescita” si legge nel rapporto.

Le soluzioni secondo l’Ocse sono due. Le banche centrali dovrebbero perseguire politiche monetarie “altamente accomodanti” da un lato e offrire un maggior supporto alle politiche fiscali e alle riforme strutturali dall’altro. Infatti, se i tassi sono bassi gli investimenti nelle infrastrutture crescono e ciò “supporta la domanda a breve termine e offre benefici per il futuro”.

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