Indice di prosperità, Italia ultima dopo il Costa Rica

Nazioni diverse, ma accomunate dal basso benessere nazionale. Il nostro Paese è l’unico europeo fuori dalla classifica del Prosperity Index

Cosa hanno in comune l’Italia e il Costa Rica? Oltre alla sconfitta calcistica ai mondiali 2014, sono i Paesi con il livello più basso di benessere nazionale di tutto il mondo. A svelarlo è la classifica del Prosperity Index, indice sulla prosperità nazionale calcolato dal Legatum Institute.

Estendendo gli stessi criteri al G20 dei Paesi industrializzati il Bel Paese scivolerebbe al 37° posto: al livello dei Paesi in via di sviluppo, dopo il Costa Rica, ma davanti a Israele.

BENESSERE A RISCHIO. L’Italia, con la Grecia, è l’unico Paese Ue fuori dalla top 30 mondiale delle nazioni con l’indice di benessere più alto. Secondo il Legatum Institute, il benessere italiano si è ridotto per quattro fattori: economia, educazione, libertà personale e governo.

In cima alla classifica dei Paesi dove si vive meglio si trovano le nazioni europee del Nord come la Novergia, insieme a Danimarca Finlandia e Svezia che rientrano nelle prime dieci posizioni. Vi sono anche la Svizzera, Nuova Zelanda, Asutralia, Canada e Stati Uniti, mentre in fondo si trova la Repubblica Centroafricana.

COMPLICE LA CRISI. Sul fronte economico la situazione è aggravata dalla disoccupazione e dalla contrazione dei risparmi. L’export di beni tecnologici è tra i più bassi (vanno peggio Spagna e Portogallo). Complice la recessione che dura da tre anni, la fiducia degli italiani è crollata: solo il 3,1%, come riferisce Repubblica, pensa che l’Italia sia un buon paese per trovare lavoro.

Il sentiment italiano verso il Governo è in negativo: solo il 16% è d’accordo con le politiche di governance, cifra per cui l’Italia scivola al 129° posto su 142 paesi considerati.

Il livello di corruzione percepito invece è all’89,8%, tra i più alti al mondo. Male anche la legalità e la qualità del sistema governativo (ultimi in Europa), e peggiorano le aspettative verso la giustizia e le elezioni (penultimi in Ue).

PIÙ INTOLLERANTI, MENO LIBERI DI SCEGLIERE. Un altro dato che emerge dallo studio è l’aumento di intolleranza nei confronti degli immigrati e delle minoranze nel nostro Paese. Preoccupante anche il calo del grado di soddisfazione della libertà di scelta passato dal 63% del 2009 al 50% del 2014.

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