Negli anni della crisi economica l’hard discount sembra aver vinto la sfida nella grande distribuzione alimentare italiana. È quanto emerge dal rapporto Mediobanca sulla Grande distribuzione, che prende in analisi sei Top brand: Auchan-Sma e Carrefour; Esselunga; Eurospin; il gruppo Iper-Unes della famiglia Brunelli e l’aggregato delle Coop.
Stando ai dati, nel complesso il mercato della Gdo ha registrato, tra il 2010 e il 2014, una crescita complessiva pari all’1,5%; nello stesso periodo il mondo del discount targati Eurospin ha registrato un fatturato in crescita del 48,7% (+6,3% rispetto al 2014). Il circuito si è distinto anche per la sua penetrazione nel territorio veronese, dove i suoi punti vendita hanno superato le mille unità, crescendo del +19,4%. La formula prezzi bassi e zero marchi è dunque risultata premiante. E dire che all’inizio venivano guardati con diffidenza. «Con il tempo sono riusciti a stravolgere l’idea che la gente si era fatta sul loro conto. Non più supermercati freddi e tristi ma smart e dalla spesa intelligente: veloce e di qualità», spiega Sandro Castaldo, esperto di Gdo e professore di economia e gestione delle imprese alla Bocconi. Stando al report, i punti di forza di Eurospin sarebbero il veloce turnover del magazzino (17,5 giorni) e la bassa incidenza dei costi del personale: questi ammonterebbero al 5,6% del fatturato, meno della metà della media dei competitor.
CHI CRESCE DI PIÙ. Stando al rapporto di Mediobanca, la leader indiscussa per crescita delle vendite è Eurospin, che con il +48,7% ha raggiunto quota 4,1 miliardi di euro. Al secondo posto la catena lombarda Esselunga, (+10,7% a 6,9 miliardi), al terzo Iper-Unes con il +4,8%, seguita da Coop (+1,8%), che resta comunque leader di mercato con un fatturato pari a 11,2 miliardi di euro, davanti a Esselunga. Accusano invece un calo sia i francesi di Carrefour (-19,1%) sia di Auchan-Sma (-13,7%). «Il discount è un fenomeno di lungo termine. Lo spazio conquistato è consistente: hanno una quota di mercato in Italia di circa il 16% e in alcune regioni, come la Puglia, sfiorano il 30%», osserva Romolo de Camillis, direttore retail di Nielsen Italia.
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