Denaro e risparmio: 1 giovane su 4 pensa già al futuro

Indagine di N26 e GoStudent sulla gestione della “paghetta” tra la Generazione Z e Alpha. Tra i ragazzi c’è chi accantona regolarmente una parte dei soldi senza imposizione della famiglia

Qual è il rapporto tra i più giovani e il denaro? Come viene gestita la paghetta in famiglia e quanto è importante per i genitori una buona educazione finanziaria per i propri figli? A queste domande ha provato a rispondere un’indagine della piattaforma e-learning GoStudent in collaborazione con la banca online N26, una ricerca realizzata in occasione del “Mese dell’Educazione finanziaria” e condotta su un campione di famiglie con figli della Generazione Z (figli nati tra il 1997 e il 2012) e Alpha (i nati dopo il 2012).

Dallo studio è emerso che la “paghetta” è ancora una pratica ampiamente diffusa tra le famiglie italiane. Infatti, quasi 7 genitori italiani su 10 (66%) hanno dichiarato di dare un po’ di denaro ai propri figli per abituarli a fare qualche spesa in autonomia e responsabilizzarli. In Italia, il 40% dei genitori è solito dare la mancia ai propri figli con cadenza settimanale. Il 22% preferisce, invece, dispensarla su base mensile. Grazie a una somma percepita mensilmente i ragazzi, soprattutto quelli più grandi, hanno, infatti, l’opportunità di sviluppare maggiore autonomia nelle decisioni economiche e in una prospettiva di più lungo periodo. Sempre al 22% si attesta, invece, la percentuale di genitori che non hanno concordato una frequenza prestabilita. Il 15% dei genitori dà la “paghetta” su richiesta, in base alle esigenze dei figli. Solo l’1% la dispensa quotidianamente.

Per 4 ragazzi su 10 la “paghetta” settimanale è tra i 10 e 20 euro. Sono soprattutto gli adolescenti della fascia 14-16 a percepire questa cifra. Con il salire dell’età aumenta anche la quantità di denaro messo a disposizione dalle famiglie. Solo il 10% prende più di 50 euro ogni settimana e si tratta prevalentemente dei ragazzi dai 17 anni in su. Non ci sono invece differenze di genere: la somma destinata ai ragazzi e alle ragazze risulta essere la stessa.

Per il 45% delle madri e dei padri che hanno preso parte al sondaggio di GoStudent e N26 la “paghetta” non dipende assolutamente dal rendimento scolastico. Per il 28% dei ragazzi italiani, invece, andare bene a scuola rappresenta un incentivo per poter ottenere del denaro extra. Infine, l’11% dei genitori sostiene che la “paghetta” debba essere commisurata alle performance scolastiche e che dei buoni risultati nello studio siano una condizione imprescindibile. Niente soldi, quindi, se i figli vanno male a scuola.

Giovani e denaro: come i figli spendono i soldi

Il 99,5% dei genitori intervistati dice di essere a conoscenza dell’utilizzo che il proprio figlio fa della “paghetta”. Oltre il 50% la destina alle uscite con gli amici, mentre il 16% la usa prevalentemente per acquistare libri, videogiochi, film e musica. Più del 25%, infine, accantona regolarmente almeno una parte della paghetta, con lungimiranza e senza alcuna imposizione da parte dei genitori. Il 91% ritiene sia cruciale insegnare ai figli il valore del denaro e l’importanza del risparmio.

Le famiglie italiane, che sono tra le più attente al risparmio in Europa, guardano anche al futuro e concordano, quasi all’unanimità, sul fatto che educare bambini e ragazzi all’uso consapevole del denaro e all’importanza del risparmio contribuisca a prepararli al mondo e a renderli più responsabili. Infatti, sempre secondo il sondaggio di GoStudent e N26, sono oltre il 91% i genitori che ritengono sia importante trasmettere ai propri figli, fin da quando sono piccoli, le prime nozioni di educazione finanziaria.

Il 61% ha, inoltre, dichiarato di affrontare regolarmente il tema del risparmio e di fare tutto il possibile per trasmettere questo valore ai propri figli e sensibilizzarli. Il 30% dice, invece, di non discutere costantemente di risparmio, ma che, comunque, questo sia un argomento abbastanza ricorrente in casa. Solo il 2% degli intervistati non impartisce alcun tipo di insegnamento finanziario e sostiene di non considerarlo un aspetto fondamentale nel percorso di crescita dei propri figli.

Educazione finanziaria a scuola: d’accordo 8 genitori su 10

Oltre 8 genitori su 10 vorrebbero che l’educazione finanziaria fosse affrontata sui banchi di scuola e inclusa nei programmi scolastici. A oggi, invece, gli insegnamenti finanziari sono ancora quasi completamente appannaggio delle famiglie italiane. Un fattore questo che, secondo GoStudent e N26, può contribuire a creare disparità sociale e a far sì che temi come il valore del denaro e l’importanza del risparmio rimangano una prerogativa dei ragazzi con i genitori più istruiti e abbienti.

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