È Natale! I consumatori italiani diventano più ottimisti… E poi?

Italia in controtendenza nell'indice di fiducia Nielsen: balzo a 65 punti dai 58 dell'ultima rilevazione proprio mentre il resto d’Europa frena. Le finanze famigliari non preoccupano più tanto, il lavoro sì

A Natale siamo tutti più ottimisti. Proprio mentre l’indice Nielsen della fiducia frena un po’ in tutta Europa, nel terzo trimestre dell’anno la fiducia dei consumatori italiano fa un balzo in avanti. Il nostro Paese tocca i 65 punti conto i 58 dell’ultima rilevazione e i 57 dell’anno precedente. Si avvicina il dato della Francia (da 75 a 71), mentre la Germania resta stabile (da 103 a 102). Gli unici due Paesi che confermano in toto i dati del secondo trimestre sono Regno Unito (99) e Spagna (91).

A Natale siamo tutti più ottimisti

Che cosa porta gli italiani a essere così ottimisti (ma senza esagerare)? Le minori ansie sulla situazione finanziaria delle famiglia, certamente (scende il numero dei preoccupati dal 78% al 70%). Anche perché si riduce il numero delle famiglie in difficoltà: chi non riesce a risparmiare nulla o a concedersi alcunché dopo le spese necessarie è il 16% del campione, mentre un anno fa era il 24%. Anche se il lavoro resta il cruccio maggiore dei nostro connazionali: per un italiano su cinque l’occupazione resta la principale preoccupazione per i prossimi sei mesi. Solo in Spagna si registra un livello così alto (18%), mentre in Germania appena il 4% dei lavoratori ha il timore di restare disoccupato (o di continuare a esserlo). Ecco perché chi può aumenta la quota di denaro destinata al risparmio (46%). Un altro incoraggiante miglioramento in Italia arriva dalla propensione al consumo. Alla domanda “Tenuto conto del prezzo dei beni e dei servizi e lo stato delle proprie finanze personali, ritiene che sia il momento giusto per comprare le cose di cui ha bisogno e che desidera?” il 75% ha risposto negativamente, una percentuale in calo rispetto al 78% di dodici mesi prima. Anche in questo caso però il resto d’Europa sta molto meglio: in Gran Bretagna (48%), Germania (49%) e Spagna (51%) solo un consumatore su due si limita negli acquisti, mentre in Francia (60%) c’è qualche preoccupazione in più.

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