Canali oscurati su Sky: Rai impugna la sentenza

Secondo viale Mazzini non c’è alcun obbligo di cessione gratuita

Mentre Andrea Zappia, amministratore delegato di Sky Italia, commenta la sentenza del Tar del Lazio che ha sancito l’illegittimità dei criptaggi Rai sulla piattaforma come «una vittoria per tutti gli abbonati» («un richiamo importante al rispetto degli obblighi di servizio pubblico che la Rai ha nei confronti di tutti i cittadini italiani»), viale Mazzini annuncia ricorso. Secondo la Rai, infatti, la sentenza ha confermato la corretta applicazione da parte del servizio pubblico del Contratto di servizio, «che discende dalle linee guida emanate dall’Agcom d’intesa con il Ministero dello Sviluppo Economico, e che pertanto non ha nessun obbligo di cessione gratuita dei propri canali», come si legge in una nota.

Il Tar avrebbe unicamente censurato le attività promozionali in favore della piattaforma satellitare Tivusat (comma 3 dell’art. 22) e la messa a disposizione di smart card a favore degli utenti («attività per altro, disposta da una delibera dell’Agcom»). Un’altra censura riguarda invece un articolo del precedente contratto di servizio non più in vigore, mentre – secondo l’interpretazione di viale Mazzini – è stata confermata la legittimità della costituzione di Tivusat.

A ogni modo, come fa notare Sky, il criptaggio prosegue ancora oggi, come dimostra l’oscuramento delle partite degli Europei di calcio sui decoder della piattaforma.

© Riproduzione riservata