Acta bocciata dal Parlamento Ue

Delusione nel settore dell’industria culturale italiana. Le reazioni di Polillo (Confindustria Cultura) ed Enzo Mazza (Fimi)

Come ampiamente previsto il Parlamento europeo ha bocciato definitivamente il trattato anti-pirateria ACTA (Anti-Counterfeiting Trade Agreement) con 478 voti negativi. Quindi il Trattato Acta non potrà diventare legge nell’Unione Europea e degli stati membri.

Non sono mancate ovviamente le reazioni di forte delusione da parte del settore dell’industria culturale. «Prendiamo atto della decisione del Parlamento Europeo di rigettare l’accordo Acta senza attendere il parere della Corte di Giustizia UE, ma non possiamo non denunciare gli ennesimi paradossi a cui abbiamo assistito in questa vicenda». Questo il commento del presidente di Confindustria Cultura Italia Marco Polillo. «Le norme contenute nell’accordo bocciato sono già all’interno dell’ordinamento italiano e della maggior parte dei Paesi firmatari: Acta aveva la sola funzione di armonizzare queste norme. Come troppo spesso accade quando si trattano i temi della proprietà intellettuale, le falsità diffuse da chi è interessato a continuare ad approfittare e trarre illeciti guadagni dal lavoro altrui ed amplificate artatamente in nome di un presunto “popolo del Web” sono state fatte proprie dal decisore politico che continua a rincorrere istanze populistiche di cui non è in grado di comprendere l’origine, mostrando una persistente incapacità di capire le dinamiche della comunicazione in rete. Il tutto a scapito del lavoro intellettuale e dell’industria dei contenuti, un settore produttivo che dovrebbe fungere da spina dorsale per rilancio economico del vecchio continente e che invece rischia l’estinzione a causa di decisioni come questa. Ancora, è paradossale che i legislatori si riempiano la bocca parlando di politiche culturali e contemporaneamente decidano di continuare a proteggere chi uccide la cultura e la ricerca. Così come è paradossale che le tesi mistificatorie di chi vuole distruggere la proprietà intellettuale trovino sostenitori anche su quei mezzi di informazione che fondano proprio sul lavoro intellettuale la propria attività e che rischiano di essere spazzati via dal saccheggio non autorizzato dei propri contenuti».

Sulla stessa lunghezza d’onda il presidente di Fimi, Enzo Mazza: «Il paradosso del voto su Acta è che tutte le previsioni normative incluse nell’accordo bocciato oggi, sono già state recepite dall’ordinamento italiano nel 2006, con il decreto di attuazione della direttiva 2004/48/CE in materia di tutela dei diritti di proprietà intellettuale (c.d. “Direttiva Enforcement”). E’ la dimostrazione dell’isteria collettiva di una politica che corre dietro alle istanze populistiche del web, senza ricordarsi nemmeno di ciò che ha votato qualche anno fa e che i giudici applicano quotidianamente».

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