Condannati a crescere: il caso Giunti editore

Intervista a Daniele Tinelli, direttore generale di Giunti, unico editore in una lunga lista di aziende che operano nell’ambito di biotecnologie, information technology, retail e servizi

Con incremento dei dipendenti del 23% – sono passati da 994 a 1.224 – il Gruppo Giunti si è guadagnato il 148esimo posto della classifica Top European Growth Companies 2010, unico editore in una lunga lista di aziende che operano nell’ambito di biotecnologie, information technology, retail e servizi. Ne abbiamo parlato con il direttore generale del Gruppo, Daniele Tinelli.

Ma l’editoria non era in crisi?Il mercato editoriale librario è un settore maturo, che ha avuto negli ultimi due anni un calo complessivo intorno all’8%, concentrato però soprattutto in alcuni canali di vendita ormai saturi, come il rateale, le vendite per corrispondenza, i collezionabili e i collaterali. A dispetto di questi dati preoccupanti, le vendite nei cosiddetti canali “trade” (librerie, GDO ed e-commerce) hanno avuto un seppur modesto incremento, a conferma del fatto che si tratta di un settore che possiamo definire anti ciclico. Questa caratteristica, che in periodi di sviluppo rappresenta un limite, in un momento di crisi è stata invece una sorta di protezione.

Come avete agito?Abbiamo continuato a investire, soprattutto nell’ambito della produzione editoriale, che ci ha portato a realizzare circa 800 nuovi titoli all’anno (quasi tre nuovi libri ogni giorno), e della distribuzione, che ha visto all’inizio del 2010 la nascita di un’importante joint venture paritetica col gruppo Messaggerie. È nato così un polo di vendita e commercializzazione del libro che copre tutti i canali del mercato trade, dalla libreria alla GDO, dall’ingrosso al commercio elettronico.

Essere un’azienda italiana è stato un vantaggio o uno svantaggio?Nel comparto dell’editoria libraria è un grande svantaggio, perché i prodotti che realizziamo sono in lingua italiana e possono quindi essere commercializzati quasi unicamente sul nostro territorio italiano. Inoltre i meccanismi distributivi differiscono ampiamente da un Paese ad un altro e questo, oltre agli importanti costi dei diritti di edizione e traduzione, determina sensibili barriere all’entrata in altri mercati.

E ora? Quali sono i prossimi obiettivi?Siamo focalizzati su una ulteriore crescita delle quote di mercato, con un potenziamento nelle aree dove finora la nostra presenza è stata meno determinante, e sul settore dell’editoria digitale, che rappresenta un grande rischio, ma al tempo stesso una grande opportunità.

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