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Panerai: il futuro passa dalla sostenibilità

Un business etico è un passaggio indispensabile per tutti, che la casa orologiera ha trasformato in un impegno attivo per la protezione degli oceani, ambito da sempre legato al suo Dna. Ne abbiamo parlato con Francesco Viola, Brand Director per l’Italia

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Panerai è da sempre sinonimo di innovazione grazie all’uso pionieristico di nuovi materiali e tecnologie costruttive. Accanto a questo c’è anche un impegno per un futuro rispettoso del lavoro stesso, delle persone e dell’ambiente. Francesco Viola, Brand Director Panerai Italia, ci racconta come.

Non esiste business senza una visione etica e la creazione di valori condivisi. Come si concilia tutto questo con un produttore di alta orologeria? Oggi parlare di etica all’interno di un contesto di business risulta essere un passaggio quasi obbligato se si vuole dialogare con le nuove generazioni come Gen Z e Millennial. Quando si declina questa analisi all’interno del mercato lusso bisogna farlo con ancor maggiore chiarezza e coerenza. Abbiamo esempi di brand che stanno diversificando i loro investimenti Csr toccando ambiti differenti, dal mecenatismo legato al mondo dell’arte passando alla valorizzazione e protezione di beni culturali, o soffermandosi su tematiche più generaliste. Panerai ha preferito focalizzarsi sul mare, un ambito che è molto vicino al suo Dna, riportando quindi l’attenzione sulla protezione degli oceani e sull’impatto che questo ha direttamente sulla nostra vita e sul nostro futuro. Se pur siamo consci che il contributo che possiamo dare noi come brand o addirittura l’intero mercato orologiero sia limitato rispetto al problema globale, siamo altrettanto consapevoli che, come si suole dire, il mare è fatto di piccole gocce e noi vogliamo essere una di queste.

La Corporate Social Responsibility, o meglio la responsabilità sociale d’impresa, viene usualmente descritta come una strategia di business. È solamente questo, oppure c’è qualcosa di più? Personalmente penso che fare Csr debba essere molto di più. Reputo sia uno straordinario strumento di sensibilizzazione e allo stesso tempo un forte acceleratore di azioni concrete. Per Panerai il focus sono le problematiche inerenti all’inquinamento degli oceani e cosa possiamo fare tutti insieme per il loro miglioramento. Credo che ognuno di noi abbia una grande opportunità e allo stesso tempo un dovere morale di intervenire in modo concreto e deciso. Con questo obiettivo abbiamo organizzato diversi incontri con i giovani studenti nelle 100 principali università/business school a livello mondiale (tra queste ben 12 italiane). Attraverso specifiche lecture abbiamo approfondito le tematiche inerenti alla salvaguardia degli oceani e alla necessita di contribuire a fermare il processo, apparentemente irreversibile, dell’inquinamento da plastica dei mari. Partendo dalla presa di coscienza che ben il 70% dell’ossigeno del nostro pianeta è prodotto dall’oceano, si stima a oggi che ben 7 milioni di tonnellate di plastica vengano scaricate negli oceani ogni anno. Studi specifici prevedono addirittura che entro il 2050 ci possa essere più plastica che pesci nel mare. Uno scenario davvero apocalittico. In più durante queste sessioni abbiamo voluto raccontare tutti gli sforzi e le azioni che stiamo mettendo in campo ormai da diversi anni sia a livello Richemont che a livello Panerai. Tra le più importanti e più recenti sicuramente a livello internazionale la partnership con Unesco e con Razer.

A beneficiare della Csr è solamente il cliente finale, oppure anche chi la mette in atto? La Csr inizia il suo processo di sensibilizzazione/azione in primis all’interno dell’azienda stessa con il coinvolgimento di tutti i suoi dipendenti e partner. È un processo che ci ha coinvolto fin da subito, portandoci a una maggiore attenzione agli sprechi energetici, al consumo più responsabile, alla totale eliminazione della plastica fino alla green mobility.

Per alcuni osservatori la Csr è «l’unica strategia in grado di dare nuova spinta al business per uscire dalla crisi economica». È davvero così? Reputo che non tutte le aziende siano in grado di sviluppare un’efficace strategia Csr in quanto troppo onerosa da seguire o non in linea con i propri obiettivi. In più aggiungo, come già evidenziato, che le nuove generazioni di clienti (Gen Z e Millennial), oltre ad essere molto sensibili a queste tematiche, sono allo stesso tempo anche molto critici nell’analizzare i diversi brand e valutarne i reali valori che a essi sottendono.

Un modello di sviluppo in grado di assicurare il soddisfacimento dei bisogni della generazione presente senza compromettere la possibilità delle generazioni future di realizzare i propri: questa è la sostenibilità. Un obiettivo anche per Panerai? Csr per Panerai significa anche continua ricerca e investimento oggi per assicurare un pianeta migliore e meno inquinato domani per le future generazioni. Un processo che coinvolge diversi ambiti aziendali partendo dai nostri building, passando per i processi produttivi, alla realizzazione delle nostre boutique e terminando con la nostra comunicazione e le nostre partnership. Proprio sul lato building alcuni importanti risultati ottenuti di cui andiamo molto fieri: 93% dell’energia usata da Panerai a livello mondiale è frutto di fonti rinnovabili e, riguardo alla raccolta e riutilizzo dell’acqua piovana, superiamo i 220 mila litri all’anno solo nella nostra manifattura. Tutti questi sono piccoli segni che ci fanno ben sperare di aver intrapreso la giusta direzione.

Dove troviamo espresso a livello di prodotto il vostro concetto di sostenibilità? La massima espressione del concetto di sostenibilità Panerai è stato finora presentato nel 2021 con il lancio del Submersible eLab ID: un concept watch con il maggior peso di componenti riciclati mai realizzato. Un progetto estremamente complesso e articolato, che ha impegnato per diversi anni il Laboratorio di idee Panerai insieme a una decina di fornitori visionari e altamente specializzati. Un concetto di sostenibilità a 360° che ha preso ancora maggior valore quando Panerai decise, 24 ore dopo la presentazione del progetto stesso, di condividere con il resto del mercato orologiero la piattaforma dei fornitori coinvolti in modo da stimolare altri attori del mercato a seguire la stessa strada della sostenibilità.

La sostenibilità sortisce gli effetti desiderati solamente se tutte le imprese si impegnano a sorreggerla e praticarla, oppure è un volano che nel tempo riuscirà a coinvolgere tutti i produttori? Mi piace pensare alla sostenibilità come a un movimento capace di coinvolgere positivamente e trasversalmente tutti i settori merceologici e tutti gli individui che abitano questo meraviglioso pianeta. L’obiettivo finale è davvero alto, un premio a cui tutti dovremmo ambire. Una vera spinta che dovrebbe portarci a prenderci cura sempre più del nostro ambiente in modo da custodirlo e poterlo veramente trasferire alle generazioni future. Sono convinto che, proprio grazie alla forte sensibilità delle nuove generazioni, la sostenibilità sarà un processo che coinvolgerà sempre più attori.

Oltre a tutto ciò, Panerai fa anche dei bellissimi segnatempo. Ci racconta le novità più significative del 2022? A Watches & Wonders 2022 abbiamo introdotto una nuova dimensione nel mondo dei Submersible: la cassa da 44 mm, che diventerà una pietra miliare di questa collezione iconica. Tra questi spicca il Submersible QuarantaQuattro Carbotech Blu Abisso (PAM01232), caratterizzato da quadrante blu e dalla cassa realizzata nel materiale più leggero utilizzato dal marchio, il Carbotech. Tornando a parlare di orologi realizzati con materiali riciclati, Panerai ha presentato, come esclusiva Booutique e e-commerce, i Submersible QuarantaQuattro eSteel, che rispondono all’importanza cruciale degli obiettivi di sostenibilità, pur mantenendo i codici di design consolidati del marchio e la ricercatezza tecnica: 72 g del Submersible QuarantaQuattro eSteel sono costituiti da materiali riciclati, corrispondenti al 52% del peso totale dell’orologio (cioè 137 g).

Credits Images:

Francesco Viola © Mattia Aquila photography