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Start up innovative in Italia: business da 1 miliardo di euro

Cresce del 10% il capitale sociale sottoscritto dalle start up rispetto all’ultimo trimestre del 2022. I dati appena resi noti da InfoCamere, aggiornati al 1° trimestre 2022

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Sono poco più di 14.300 (+2% rispetto a fine 2021) e rapprentano il 3,7% delle oltre 387 mila società di capitali costituite negli ultimi cinque anni e ancora attive in Italia. Sono alcuni dei numeri che emergono dall’ultimo rapporto sulle start up innovative in Italia, frutto della collaborazione tra il Ministero dello Sviluppo economico e InfoCamere, con il supporto del sistema delle Camere di Commercio (Unioncamere).

I dati, appena resi noti e aggiornati al 1° aprile 2022, evidenziano una crescita del 10,4% anche relativamente al capitale sociale sottoscritto complessivamente dalle start up del nostro Paese, che supera ora il miliardo di euro (1.035.118.652 euro, +97 milioni rispetto al 4° trimestre 2021). Il capitale medio delle start up innovative italiane è pari a 72.072 a impresa

Il profilo delle start up innovative in Italia

Per quanto riguarda la distribuzione per settori di attività, il 75,8% delle start up innovative fornisce servizi alle imprese (in particolare, prevalgono le seguenti specializzazioni: produzione di software e consulenza informatica, 38,8%; attività di R&S, 14,4%; attività dei servizi d’informazione, 8,8%), il 16% opera nel manifatturiero (su tutti: fabbricazione di macchinari, 2,9%; fabbricazione di computer e prodotti elettronici e ottici, 2,2%;), mentre il 3% opera nel commercio. In alcuni settori economici l’incidenza delle start up innovative sul totale delle nuove società di capitali appare rilevante. È una start up innovativa il 9,9% di tutte le nuove società che operano nel comparto dei servizi alle imprese; per il manifatturiero, la percentuale corrispondente è 6,5%.

Guardando alla composizione delle compagini sociali, le start up innovative con una prevalenza femminile – ossia, in cui le quote di possesso e le cariche amministrative sono detenute in maggioranza da donne – sono 1.870, il 13% del totale: incidenza nettamente inferiore rispetto al 20,6% osservato prendendo in esame l’universo delle neo-società di capitali. Le start up innovative in cui almeno una donna è presente nella compagine sociale sono 6.231, il 43,4% del totale: una quota anch’essa inferiore, seppur in minor misura, a quella fatta registrare dalle altre nuove società di capitali (44,5%). Le start up innovative a prevalenza giovanile (under 35) sono 2.432, il 16,9% del totale. Si tratta di un dato di tre punti percentuali superiore rispetto a quello riscontrato tra le nuove aziende non innovative (13,9%). Ancora maggiore è la differenza se si considerano le aziende in cui almeno un giovane è presente nella compagine sociale: queste rappresentano il 40% delle start up (5.758 in tutto), contro il 30,46% delle altre imprese. Le start up innovative con una compagine sociale a prevalenza straniera sono 511, il 3,6% del totale, una quota tuttavia inferiore a quella osservata tra le altre nuove società di capitali (9,8%). Per contro, le start up innovative in cui è presente almeno un cittadino non italiano sono il 14,5% (2.035), proporzione abbastanza più simile a quella riscontrata tra le società di capitali (15,9%).

Start up innovative: quasi 1 su 3 è in Lombardia. Milano si conferma capitale

Analizzando la distribuzione geografica del fenomeno, la Lombardia rimane la regione in cui è localizzato il maggior numero di startup innovative: 3.885, pari al 27% del totale nazionale. Seguono il Lazio (1.729, 12% del totale), la Campania con 1.317 startup (9,2%), l’Emilia Romagna (1.086, 7,6% del totale nazionale). A breve distanza compare al quarto posto il Veneto con 1.081 start up (7,5%). Segue il Piemonte, con 777 (5,4%). In coda figurano la Basilicata con 146 (1,0%), il Molise con 81 (0,6%) e la Valle d’Aosta con 21 (0,2%) start up innovative. Il Trentino-Alto Adige è la Regione con la più elevata incidenza di start up innovative in rapporto al totale delle società di capitali con meno di cinque anni e 5 milioni di fatturato annuo: circa il 5,5% è una start up innovativa.

Milano è di gran lunga la provincia in cui è localizzato il numero più elevato di start up innovative: alla fine del primo trimestre 2022 esse erano 2.720, il 18,9% del totale nazionale. Al secondo posto compare Roma, unica altra provincia oltre quota mille (1.555 start up, 10,8% nazionale). Tutte le altre province maggiori sono molto staccate: nella top-5 figurano, nell’ordine, Napoli (657, 4,6%), Torino (513, 3,6%) e Bologna (345, 2,4%). La top-10 è completata da Bari, Padova, Salerno, Bergamo e Brescia. In ciascuna delle prime 20 province in graduatoria sono localizzate più di 160 start up; per contro, le ultime 10 province della classifica presentano meno di 16 start up. Infine, le città dove sono localizzate rispettivamente solo quattro start up innovative sono Vibo Valentia e Vercelli.

Start up innovative: cresce anche il numero dei soci

Sotto il profilo occupazionale va sottolineato che – al momento attuale – non sono disponibili i dati sul numero dei dipendenti ma solo le statistiche relative ai soci. Al 1° aprile 2022 i soci delle 14.362 startup innovative per cui è disponibile tale dato risultano pari a 71.109, 3.169 in più rispetto al trimestre precedente (+4,7%). È ipotizzabile, si precisa nel rapporto, che i soci siano coinvolti direttamente nell’attività d’impresa. Le start up innovative sono contraddistinte da compagini significativamente più ampie rispetto alle altre nuove società di capitali: in media ciascuna start up ha cinque soci, contro i 2,1 riscontrati tra le altre nuove imprese.

Venendo infine agli indicatori economici e finanziari, occorre premettere che i dati di bilancio attualmente disponibili, relativi al 2020, coprono il 60% delle start up iscritte al 1° aprile 2022: 8.618 su 14.362. Tra le start up innovative così circoscritte, il valore della produzione medio per impresa nell’esercizio 2020 risulta pari a poco più di 178,4 mila euro, dato in aumento rispetto al trimestre precedente (circa 2,2 mila euro in più). L’attivo medio è pari a poco più di 408,9 mila euro per start up innovativa, dato rimasto quasi invariato rispetto alla precedente rilevazione. Considerando, infine, la produzione complessiva, essa ammonta a 1.530.340.642, un dato superiore di 6,8 milioni di euro rispetto a quello registrato al termine del trimestre precedente (1.530.340.642). Il dato sul valore mediano della produzione è pari a 32.461, un valore più basso rispetto alla media (178.364 euro): un’ulteriore conferma del fatto che la maggioranza delle startu p innovative registrate si trovi ancora in una fase embrionale di sviluppo.

Il reddito operativo complessivo registrato nel 2020 è negativo per -104.0 milioni di euro, con una differenza di 12,2 milioni rispetto a tre mesi fa (-116,2). Uno dei parametri che più contraddistinguono le start up innovative rispetto altre nuove società di capitali è l’elevato grado di immobilizzazioni sull’attivo patrimoniale netto: in questo trimestre il rapporto è pari al 36,7%, cioè circa sette volte superiore rispetto al rapporto medio registrato per le altre nuove società, pari al 4,3%. Nel 2020 permane tra le start up innovative una maggioranza di società in perdita: oltre il 52,7% (dato quasi invariato rispetto alla precedente rilevazione), contro la restante parte (circa il 47,3%) che segnala un utile di esercizio. Com’è fisiologico per imprese a elevato contenuto tecnologico, che hanno tempi più lunghi di accesso al mercato, l’incidenza delle società in perdita tra le start up innovative (pari a oltre il 52,7%) risulta sensibilmente più elevata rispetto a quella rilevabile tra le nuove società di capitali non innovative (pari al 36,7%).

Gli indicatori di redditività Roi e Roe delle start up innovative registrano valori negativi; se però ci riferisce soltanto a quelle in utile, gli indici sono sensibilmente migliori di quelli fatti riportare dalle altre società di capitali (Roi: 0,10 contro 0,07; Roe: 0,17 e 0,17). L’indice di indipendenza finanziaria delle start up innovative è 0,41, inferiore rispetto a quello registrato dalle altre nuove imprese non innovative (0,46). Se andiamo a considerare soltanto le start up innovative e le società di capitali in utile, si registra 0,37 contro 0,47. Per ogni euro di produzione le startup innovative generano in media 21 centesimi di valore aggiunto, un dato lievemente inferiore rispetto a quello delle altre società (25 centesimi). Ancora una volta, limitandosi alle imprese in utile, le start up generano, per contro, più valore aggiunto sul valore totale della produzione rispetto alle società di capitali: 32 centesimi contro 28.