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Italia, il debito frena la ripresa: ai livelli pre-crisi solo nel 2025

Il nostro Paese, tra i più colpiti dalla pandemia, registrerà nel 2020 un calo del Pil pari al 10,1%. Resta elevata l’incertezza delle famiglie: più risparmi e meno propensione al consumo e agli investimenti. L’analisi di Prometeia-Legacoop

Il debito pubblico italiano? Un freno per la ripresa economica del nostro Paese. È questa, in breve, quanto emerge dal MonitorFase3, indagine realizzata dall’Area Studi Legacoop in collaborazione con Prometeia, che ipotizza un ritorno al livelli pre-crisi del nostro Paese solo nel 2025.

Mentre per l’economia globale, infatti, le perdite registrate quest’anno a causa della pandemia saranno recuperate al termine del 2021, non sarà così per l’Italia. Il nostro Paese, infatti, è stato tra i primi e tra i più colpito dal Covid-19 – un dato non certo secondario – ma a frenare la Penisola è anche il ridotto spazio di manovra fiscale, vincolato dal debito pubblico già elevato prima di questa crisi. “Ciò limita l’entità delle misure fiscali necessarie per contrastare la caduta dei redditi di famiglie e imprese”, si precisa nello studio, dove si sottolinea comunque che queste misure sono “di dimensioni eccezionali, se confrontate con quelle del passato”.

L’attuale crisi è aggravata da una propensione al consumo e all’investimento negativa, causata da un inevitabile stato di incertezza. Tutto ciò si sta traducendo anche in un forte aumento delle disponibilità liquide di famiglie (che hanno aumentato la propensione al risparmio) e delle imprese (che hanno aumentato l’indebitamento bancario). Possibile che, oltre ai fondi europei e ai 75 miliardi dei decreti Cura Italia e Rilancio (ritenuti non sufficienti) si profili una manovra aggiuntiva, pari al 2% del PIL, tra il 2020 e il 2021.

Infine il report evidenzia che, con la caduta del Pil e gli ingenti impulsi fiscali, si registrerà una forte crescita del debito pubblico italiano, che alla fine del 2020 supererà il 150% del Pil. La fine dell’emergenza sanitaria e soprattutto il ritorno alla crescita consentiranno una riduzione del rapporto debito/Pil, ma molto lenta; alla fine del 2027 il debito sarà infatti ancora superiore ai valori pre-Covid di 16 punti percentuali.

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Una protesta dello scorso giugno organizzata dal sindacato Usb di fronte alla Regione Lazio  (© Getty Images)