Ponte sullo Stretto, per l’Europa non è una priorità

Il progetto non è stato inserito nel piano di finanziamenti dell’Ue da 50 miliardi di euro. C’è invece la Tav

50 miliardi di euro per creare un’Europa unita. La Commissione Europea ha presentato “Connecting Europe”, il nuovo piano di finanziamento per accelerare gli investimenti a lungo termine in strade, ferrovie, reti energetiche, gasdotti, oleodotti e reti a banda larga ad alta velocità. Obiettivi: collegare l’Europa, rilanciare la competitività e creare occupazione. Nello specifico 31,7 miliardi saranno stanziati per migliorare i trasporti, 9,1 miliardi per collegare le reti energetiche e 9,2 miliardi per le reti digitali ad alta velocità.

La bocciatura del Ponte sullo Stretto

Nei 31,7 miliardi dedicati ai trasporti neanche un centesimo andrà al Ponte sullo Stretto di Messina, progetto che l’Ue non considera affatto prioritario. «La decisione se costruirlo o meno spetta al governo italiano» hanno detto da Bruxelles. Insomma, se l’Italia ci tiene tanto dovrà pagarselo da sola, perché per l’Europa gli interventi da fare subito sono altri. Una bocciatura bella e buona per un progetto sul quale l’attuale governo scommette da sempre. Non si scompone il ministro alle Infrastrutture Altero Matteoli, secondo il quale «il Ponte per il governo resta una priorità essenziale per lo sviluppo del sistema dei trasporti dell’Italia» e si farà anche senza Bruxelles, magari con i soldi dei privati. Sereno anche il direttore generale della Stretto di Messina spa, Giuseppe Fiammenghi: «Questa decisione non impatta sul progetto perché nel piano economico e finanziario non c’era nessuna ipotesi di finanziamento dell’Europa, quindi per noi non cambia nulla, continueremo nella realizzazione dell’opera».

Gli investimenti in Italia

Ma l’Europa non ha dimenticato l’Italia e, al di là della bocciatura del Ponte, ha inserito nelle priorità altri investimenti che coinvolgono il nostro Paese: il corridoio Baltico-Adriatico dei collegamenti ferroviari e delle piattaforme multimodali di Udine, Venezia e Ravenna, i porti di Ravenna, Trieste e Venezia, l’asse ferroviario Torino-Lione e Genova-Milano-Svizzera, il tunnel del Brennero, il potenziamento della ferrovia Napoli-Reggio Calabria e della tratta Napoli-Bari. Forse anche un miglioramento del collegamento tra Messina e Palermo.

Adesso perché questi progetti diventino realtà il piano europeo deve essere approvata dai governi nazionali e quindi dal Parlamento europeo. Ma non solo, dato che quelli dell’Unione europea sono solo “cofinanziamenti”, ovvero possono essere stanziati solo in aggiunta ai finanziamenti nazionali di un determinato progetto.

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