Sarà quel “per sempre” a incutere terrore. Sta di fatto che sono sempre meno le persone che si sposano, civilmente o in chiesa. A rilevarlo è l’Istat, che indica il 2013 come l’anno del tracollo, quando, per la prima volta, il numero di matrimoni celebrati è sceso sotto le 200 mila unità (194.057). Il paragone con gli anni precedenti è eloquente: nel 2008 i matrimoni erano 53 mila in più, nel 2012 lo scarto si attestava sui 13 mila.
LA CHIESA LA PIÙ COLPITA. A calare sono soprattutto i matrimoni religiosi: tra il 2013 e il 2008 sono scesi del -29%, sprofondando a quota 111.545. La variazione delle unioni civili si attesta invece attorno al -9%, per un totale di 82.512 nozze nel 2013. In generale, sia al Nord (55%) che al Centro (51%) i matrimoni con rito civile superano quelli religiosi. L’aspetto invece più singolare è che a ricorrere meno al matrimonio non sono gli innamorati che si apprestano per la seconda o terza volta all’altare, bensì i “neofiti”: il matrimonio, civile o religioso, è un’opzione sempre più rara per le prime nozze. In questo caso infatti si registrano 145.571 celebrazioni nel 2013: oltre 40 mila in meno negli ultimi cinque anni. Infine, nonostante la crescita registrata nel 2012, calano anche i matrimoni misti, ossia le unioni dove un coniuge è italiano e l’altro straniero: nel 2013 sono 18.273 e nel 78% dei casi ad appartenere a un altro Paese è la donna.
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