Brexit, anche Honda lascia la Gran Bretagna. 3.500 i posti a rischio

Nel 2021 il gigante asiatico chiuderà l’unico impianto di produzione che ha (al momento) in Europa. La fuga delle grandi aziende dal Regno Unito continua

Allo scoccare dell’ora X manca più di un mese, ma la conta dei danni provocati dalla Brexit continua. L’ultima vittima dell’addio della Gran Bretagna all’Europa è il colosso automobilistico giapponese Honda che ha appena annunciato ufficialmente la chiusura del suo stabilimento di Swindon. Tempo tre anni e l’unico impianto di produzione che il gigante asiatico ha (al momento) nel “vecchio continente” non esisterà più. E con esso saranno eliminati fino a 3.500 posti di lavoro. Ufficialmente la decisione della società non ha nulla a che vedere con la volontà del Regno Unito di lasciare la Ue. Tuttavia, nella conferenza stampa il presidente Takahiro Hachigo ha affermato che “nello stabilimento di Swindon è venuta a mancare la competitività della produzione di vetture elettriche malgrado la domanda sia in aumento per questo tipo di veicoli”. Per l’economia inglese sarà un duro colpo: lo scorso anno Honda nella sua fabbrica britannica, dove realizza la Civic, ha prodotto oltre 160 mila veicoli, poco più del 10% del totale delle auto realizzate nel Paese (circa 1,52 milioni).

Honda non è l’unica vittima della Brexit

L’annuncio di Honda arriva poco dopo la firma del trattato di libero scambio (Epa) tra il Giappone e l’Unione europea, che azzererà i dazi del 10% sulle vetture nipponiche a partire dal 2027. La società nipponica, però, dovrebbe ancora mantenere la sede europea a Bracknell così come il suo team di Formula 1 nel Regno Unito. Il colosso automobilistico non è che l’ultima impresa in ordine di tempo a emigrare dall’isola britannica per colpa della Brexit. Solo pochi giorni fa Nissan ha reso nota l’intenzione di cancellare il progetto di costruzione del Suv di ultima generazione negli stabilimenti di Sunderland, nel nord est dell’Inghilterra. Panasonic e Sony si sono spostate ad Amsterdam, mentre il colosso anglo-olandese Unilever a Rotterdam. E che dire delle giganti del mondo finanziario, come Barclays Bank, Bank of America, Jp Morgan e Aberdeen Standard Investments, che da tempo hanno lasciato il Regno Unito, nella maggior parte dei casi per Francoforte?

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