Regolamento Ecodesign: cambierà il modo di produrre in Europa

Il Consiglio Agricoltura, dopo l’ok del Parlamento Europeo arrivato poco più di un mese fa, ha approvato ieri il regolamento Ecodesign (Espr) nell’ambito del cosiddetto Green Deal: il documento ha raccolto 26 voti a favore e una sola astensione, quella dell’Italia. Il testo riveste una certa importanza perché potrà rappresentare una sorta di rivoluzione nel mondo della produzione, incluso il settore della moda che per il nostro Paese vale ben 102 miliardi di euro.

Basti pensare che ogni articolo dovrà essere considerato il più possibile come un bene durevole e riciclabile e quindi sarà realizzato in chiave circolare, con una ricaduta sull’intero ciclo di vita. Per intendersi capi di abbigliamento e calzature, qualora invenduti, non potranno più essere distrutti.

Cosa cambia per le imprese italiane

L’Italia ha lavorato fin dall’inizio, già dal marzo del 2022, per fare un certo ostruzionismo nei confronti della direzione intrapresa da questa normativa e ha cercato in tutti i modi di attenuarne alcuni aspetti. Il risultato è che il divieto di distruzione dell’invenduto, per esempio, non riguarda le piccole e micro imprese e verrà applicato alle aziende medie solamente in un secondo momento.

“Il regolamento è stato costruito in questi anni soprattutto con le aziende”, ha spiegato Alessandra Moretti, relatrice del provvedimento. “Tiene conto delle dimensioni e della forza di adeguarsi ai nuovi target. Le nostre imprese hanno partecipato ai processi decisionali e continueranno a farlo. Con l’astensione, l’Italia continua a posizionarsi all’angolo rispetto ai Paesi più avanzati”.

Il regolamento entrerà in vigore e sarà pubblicato in Gazzetta Ufficiale probabilmente con l’estate. A quel punto le imprese avranno un anno e mezzo per adeguare le proprie produzioni.