Se siete appassionati motociclisti questo è il momento dell’anno in cui fatti i tagliandi annuali siete pronti a partire per le strade più spettacolari del nostro Paese e farvi solleticare dal vento sotto i caschi. E dove ci sono curve e tornanti ci sono anche colline e vigneti, almeno in Italia. Perchè allora non partire per una sessione di enomototurismo?
Trentino ospitale
Nel Nord-Est italico gli itinerari non mancano e le strade dei motociclisti sono tante. Per esempio la splendida tenuta dei Guerrieri Gonzaga San Leonardo si trova sulla Modena-Brennero e nel mezzo della Valdadige, statale del Brennero, dove ogni domenica c’è un gran via vai di tourer. Visitando le cantine si può scoprire un vino artigianale ma capace di conquistare i palati di tutto il mondo, che indicano il San Leonardo come uno dei migliori e più longevi vini italiani con spettacolari verticali dagli anni ‘70 in poi. Il che non significa impennare la moto ma andare ad assaporare bottiglie che hanno 20-30 anni di vita. Del resto qui si fa vino da secoli e sempre all’avanguardia. Sapete che furono proprio i Marchesi Gonzaga a prestare alcune barrique (piccole botti di rovere francese da 225 litri) agli Incisa della Rocchetta per fare i primi esperimenti di affinamento dell’allora “piccolo” Sassicaia? E se siete fortunati e rimanete simpatici ad Anselmo Guerrieri Gonzaga, il giovane marchese appassionato di vino e motori, magari vi porta, con la scusa di fare un giro tra i vigneti, a fare un pò di trial “serio” tra i filari di Cabernet Sauvignon e Carmenere! Nel bauletto troveranno posto un paio di San Leonardo per il prossimo Natale e almeno tre bottiglie di Villa Gresti, a base Merlot ma gustoso e piacevole anche d’estate, bevuto leggermente fresco. In zona non mancate di fare una sosta alla famosa “Casa del Vino d’Isera” che si trova a pochi chilometri dal casello di Rovereto Nord. Il gestore è una persona squisita, Luca Bini. E il luogo è molto particolare in quanto ha esposti e tiene in degustazione tutti i vini della Vallagarina, una cooperativa di produttori che si sono riuniti per creare un’ambasciata del gusto. Inoltre, è molto ospitale con i motociclisti.
L’Umbria e il Sagrantino
Una delle fortune del Sagrantino, a parte di essere stato il vino delle nozze di Michael Douglas e Catherine Zeta Jones e di aver trovato in Marco Caprai un imprenditore tanto audace quando geniale, è stato di trovarsi in una zona spettacolare. Ci facciamo accompagnare da Aldo Fiordelli, giornalista critico gastronomico e appassionato conoscitore dell’Umbria vinicola. Se partiamo da Spoleto e il suo Duomo, teatro del bellissimo Festival dei Due Mondi che si svolge fino al 12 luglio, abbiamo due opzioni. Dirigendoci a Sud verso Terni incontriamo alcuni dei vini più affascinanti del territorio, che sanno del luogo che li ha prodotti più che del loro vitigno, quelli di Stefano Grilli, personaggio schivo e leggermente “contro” che produce nella Tenuta La Palazzola. Nel nostro bauletto avremo almeno una bottiglia del suo incredibile vinsanto e degli spumanti metodo classico fatti con uno dei migliori Pinot Nero del centro Italia. Da Spoleto verso Nord la strada passa per le bellissime fonti del Clitumno, celebrate da Virgilio, Byron e Carducci, che scrive «E di zaffiro i fior paiono, ed hanno de l’adamante rigido i riflessi, e splendon freddi e chiamano a i silenzi del verde fondo». Da qui la strada più panoramica e divertente porta a valle verso Foligno ma vale la pena fare una deviazione a Bevagna, per vedere questo borgo dove durante la festa medioevale del Mercato della Gaite il rosso di Montefalco è servito dalle botti nelle cantine dei palazzi. Ma anche senza festa, una pausa per il paese è sempre piacevole all’Enoteca Onofri. Giusto un attimo fuori città ecco la cantina di Adanti in un antico convento. Da mettere nel bauletto: almeno due bottiglie dello straordinario Passito di Sagrantino e il freschissimo Rosso di Montefalco. Già che siete a Bevagna, non mancate la sosta di “rito” a Montefalco, con la nuovissima enoteca Spirito di Vino. Le sue serate a sorpresa meritano il pernottamento, per indulgere nel bere molto di più del fatidico mezzo bicchiere prima di guidare!
Abruzzo nobile
Non c’è momento migliore di questo per visitare l’Abruzzo, terra di recente sconvolta dai terremoti ma tutta da scoprire con persone e luoghi bellissimi in ogni angolo. In campo enologico è stata funesta la morte prematura di Gianni Masciarelli, uno dei grandissimi del vino italiano, capace da solo con i suoi vini e il suo genio di nobilitare una Regione e un vitigno, il Montepulciano, che sembrava condannato alla mediocrità e alle produzioni di nicchia per enosnob (per esempio i costosissimi e preziosi Trebbiano e Montepulciano di Valentini, molto difficili anche da reperire). L’azienda di Masciarelli si trova nelle colline attorno a Chieti ed è un fantastico punto da dove iniziare il vostro giro d’Abruzzo. Che va subito verso Nord a cercare la statale SS 81 che sale sul Colle Cavaliere e un panorama mozzafiato: davanti alle vostre visiere infatti si pareranno alcuni monti davvero spettacolari come il Gran Sasso, la Maiella, la Maielletta e altre cime. Si sale verso Penna tra le valli del fiume Fino e del Tavo e qui il pellegrinaggio è verso Loreto Aprutino e appunto una delle aziende simbolo della viticoltura abruzzese, quella del compianto Edoardo Valentini. Azienda che continua a produrre grandi e longevi vini bianchi da uve Trebbiano e da Montepulciano e anche uno splendido rosato. Azienda da vedere per i suoi spettacolari tendoni (sistema d’allevamento della vite che non dà risultati di pregio, altrove) dove viene cresciuta l’uva in un equilibrio raramente raggiunto tra sole e terreno. Inutile però chiedere di visitare la cantina, Edoardo era solito dire «non c’è nulla che possa interessarvi» e non per nascondere qualcosa, semplicemente perchè i suoi sono vini che nascono in vigna e in cantina deve accadere il meno possibile. Ancora verso Nord e poi sulla SS 80 fino a raggiungere Le Capannelle, indicato dalla rivista Motociclismo come 50 km di pura emozione anche se un po’ difficoltosi in mezzo a una stretta gola tra pareti di arenaria e qualche brivido passando vicino all’acquedotto del Chiarino (asfalto quasi sempre bagnato!). Prima di dirigervi verso l’Aquila, meditate una sosta a Prati di Tivo, notissima località invernale per gli snowboarder ma che d’estate… Se invece che verso L’Aquila e i suoi tesori vi fa più gola il mare, ricordatevi che in Abruzzo potete trovare anche l’unico campeggio (sul mare) gestito da una (bella) sommelier, ovvero l’EurCamping di Roseto degli Abruzzi. A scegliere vini e menu ci pensa Catia Soardi e se volete riposarvi dai km di stradine di montagna prima di tornare a casa, mi pare il luogo migliore dove aprire le bottiglie raccolte lungo il tragitto. Catia vi aiuterà a trovare gli abbinamenti migliori.
Sardegna che incanta
Da sempre tra le mete d’elezione per il vero motociclista, la Sardegna è da poco entrata anche nel gotha delle regioni di culto del vino. Soprattutto grazie alla Gallura e al suo Vermentino, vitigno bianco diffuso un pò in tutto il Mediterraneo che in questa costa meravigliosa ha dimostrato al mondo quanto può essere incantevole. Il classico moto turista sbarca nel Golfo degli Aranci. Spero che siate venuti qui con una Enduro perchè lo sterrato è il fondo più comune sull’isola, o almeno quello che vi permette di scappare dalla pazza folla dei turisti. Per esempio dopo aver lambito Porto Cervo verso Nord la direzione da prendere è quella per Arzachena. A luglio la strada tra foreste di sughero (da cui provengono i tappi dei vini più pregiati al mondo) e pascoli è davvero spettacolare. E proprio qui ha sede la più illustre cantina di bianchi di Sardegna, ovvero Capichera, nata negli anni ‘20 ma affermatasi negli anni ‘80 con un Vermentino che ha cambiato il modo di pensare a questo vino, mai stato così ricco di sfumature e di passione. Qui, rinfrescati dal Maestrale, potete andare alla scoperta di sculture antichissime come la “Tomba dei Giganti” che fa da guardia ai vigneti di questa contrada. Che non sono solo di Vermentino, attenzione a non perdervi anche il Cannonau, il vitigno d’eccellenza rosso sardo, diffuso nel mondo con il nome di Grenache o Alicante (anche in Toscana nel Morellino di Scansano!). In Sardegna il Cannonau è ricco e profondo e profuma di mirto e frutta rossa matura con un bouquet speziato che lo sposa perfettamente al porceddu sardu allo spiedo. Da Arzachena puntate verso il lago di Liscia, qui oltre all’ulivo millenario più grande d’Europa trovate anche 30 km di sterrato perfetto per scatenarvi con la moto attorno al monte Pardu. Rotta verso Porto Torres ma l’enofilo in voi non si lasci scappare gli altri vini mito di questa terra, unici e irripetibili, i vini delle Tenute Dettori. L’azienda, con agriturismo incantevole è vicino a Sennori e si raggiunge in pochi minuti, a Badde Nigolosu. Qui, la sera visto che la gradazione è alta, assaggiate il Romangia Igt Rosso, uno di quei vini che vanno vissuti e devono sottolineare momenti della vita particolari e decisivi. L’abusata terminologia del “vino da meditazione” trova qui una giustificazione poderosa: come fare a bere altrimenti un vino da 17% di alcol e con tale carica polifenolica (ovvero tannino, colore e struttura)? Se avete un attimo di pazienza e magari a disposizione le specialità sarde più rinomate, ecco forse può anche valere la pena di aprirlo, disporlo in ampi bicchieri e aspettare che faccia la sua magia. E il mattino dopo, vi verrà voglia di lasciare la tenda qui per far spazio ai vini Dettori. Che bevuti a casa non avranno lo stesso sapore ma ogni volta vi riporteranno con il pensiero in terra sarda.
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