Un graffito in salotto

La frontiera più interessante (e accessibile) dell’arte contemporanea. Dopo il boom dell’ultimo decennio, la street art ha avuto un tracollo nei prezzi. Ma l’interesse del pubblico resta vivo. È il momento buono di comprare. Ecco cosa

Succedono cose bizzarre. Artisti di strada che diventano milionari e banchieri della City in coda alla galleria dello “svaligiatore di banche” Bankrobber di Londra per accaparrarsi l’ultimo pezzo dell’artista Banksy. Sono le contraddizioni della street art, l’espressione artistica più divertente che si possa ammirare, ormai smarcata dall’equazione graffiti uguale degrado. Dal punto di vista economico, poi, la crisi ha movimentato le acque, portando a un calo dei prezzi del 40% delle opere dopo un decennio di crescita vertiginosa (+195%), così oggi il 74% dei lavori costa meno di 5 mila euro (fonte Artprice). Contemporaneamente l’interesse del pubblico continua a crescere, grazie anche a esposizioni in templi dell’arte come la Tate Gallery e il Grand Palais. In effetti sarebbe questo il momento giusto per darsi al collezionismo perché proprio ora si possono avere le migliori soddisfazioni, anche economiche. Chissà che non possa capitare come a quel collezionista che nel 2003 si è aggiudicato per circa mille euro (800 sterline) un lavoro di Banksy. Appena due anni dopo, un’opera dello stesso autore è stata battuta da Sotheby’s per più di 350 mila euro (270 mila sterline). Anche grazie ad aste prestigiose, lo sdoganamento dei graffitari “di razza” è ormai un fatto accettato: perfino il presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha scritto a Shepard Fairey, autore del ritratto simbolo della sua campagna elettorale, di considerare un onore essere stato ritratto in una sua opera. Ma come distinguere gli artisti e le opere di valore? «Per prima cosa bisogna dire che la crisi non ha colpito tutti, molti pittori hanno tenuto e alcuni come Os Gemeos hanno raddoppiato i prezzi e fatto il tutto esaurito» esordisce Patricia Armocida, titolare dell’omonima galleria milanese. «Lo stesso discorso vale per Blu e, in parte, per Ericailcane. Per non parlare solo dei miei artisti, sicuramente punterei su JR, che è notevole, Steve Powers, che ha già fatto la Biennale e, tra le donne, Swoon e Clare Rojas. Loro hanno già esposto in musei e fanno parte dei circuiti più istituzionalizzati» continua, ricordando anche l’importanza di non buttarsi a capofitto sui nomi alla moda. «La cosa più importante per collezionare street art è amarla. Si tratta di conoscerla, girare per gallerie e costruire un rapporto di fiducia con i galleristi con cui ci si sente in sintonia.» aggiunge Laura Romani della Galleria D406 di Modena, che tra i suoi artisti annovera Ericailcane, uno dei nomi più apprezzati della scena italiana. «Per diffondere l’amore per la street art, e non demonizzarla, pure grandi mostre come Street art Sweet art (promossa da Vittorio Sgarbi nel 2007, ndr) aiutano, anche se rischiano trasformarla in una moda, facendole perdere il suo valore di esigenza primitiva di confrontarsi con il proprio habitat». Per formarsi un proprio gusto e orientarsi tra le varie tendenze, Internet è una bussola fondamentale. Olivia Spatola, curatrice della manifestazione Strada facendo che si è svolta a Torino ad aprile, raccomanda il social network Flickr: «Si può veramente trovare di tutto sulla street art, poi ci sono i siti dei singoli artisti spesso aggiornati da loro stessi e le pagine delle gallerie d’arte. I nomi più “grandi” come Obey, Banksy e Ron English sono poi battuti alle aste tradizionali, ma molto qualificate sono soprattutto le gallerie specializzate. Per Strada facendo ho collaborato con The Don Gallery che fa un lavoro molto interessante». Bonhams di Londra è stata tra le prime case d’asta a specializzarsi e oggi permette di puntare on line. Chissà cosa direbbero Dodd e Bonham, i lord inglesi che la fondarono nel 1793 per vendere stampe antiche e libri pregiati, a vedere la loro creatura invasa di “scarabocchi sovversivi”.

Lo sdoganamento dei graffitari

2007 Street Art, Sweet Art. Dalla cultura hip hop alla generazione “pop up” al Pac di Milano

2008 Street art alla Tate Modern di Londra

2009 Tag al Grand Palais di Parigi

Li trovi per strada o…

In galleria

LONDRABankrobber www.bankrobberlondon.com

LONDRAAndipawww.andipamodern.com

MILANOThe Don Gallery www.thedongallery.com

MILANOPatricia Armocida www.galleriapatriciaarmocida.com

MODENA D406 www.d406.com

FIRENZE Galleria Biagiotti www.artbiagiotti.com

All’asta

BONHAMS – LONDRAwww.bonhams.com

DREWEATTS – LONDRAwww.dnfa.com

ARTCURIAL – PARIGI www.artcurial.com

CORNETTE DE SAINT CYR – PARIGI www.cornette.auction.fr

PIERRE BERGÉ & ASSOCIÉS – PARIGI www.pba-auctions.com

I prezzi degli “scarabocchi”

1.300 dollari circa

Scarso successo per la prima opera di Banksy (1975) battuta da Sotheby’s nel 2003

550 mila dollari circa

La vendita di The Rude Lord dello stesso autore appena due anni dopo

3,27 milioni di dollari

Fatturato complessivo delle aste di Keith Haring (1958-1990) nel 2009

5,15 milioni di dollari

La quotazione di Mater di Basquiat (1960-1988) nel 2009

12,58 milioni di dollari

Fatturato complessivo delle aste di Banksynel 2008

24 milioni di dollari

Fatturato complessivo delle aste di Basquiat nel 2009

I FONDI HANNO GIÀ COMINCIATO A INVESTIRE

Non sono solo i privati a scommettere sull’urban art, alcuni artisti hanno attratto l’attenzione dei fondi speculativi. Il Fine Art Management Services Ltd, tra i primi a investire nell’arte, per esempio riserva il 5-10% dei suoi investimenti a opere “molto contermporanee”. Tra gli artisti di strada sono particolarmente richiesti i lavori di Keith Haring.

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