Zaino è cool

Da Tremonti a Montezemolo fino al dottor House. Ecco come l’accessorio più giovanile che esista è stato sdoganato nel mondo del business e delle professioni

C’era una volta la 24 ore. C’era una volta perché il manager cool sta cambiando le sue abitudini. La classica valigetta non è più il mezzo preferito per avere sempre con sé carte, documenti, giornali, laptop e ora anche il tanto amato iPad. È arrivata l’era dello zaino. Che permette di scorazzare più comodamente per la città in scooter o, per gli eco-manager, in bicicletta. Il trend è indotto, come spesso accade, da top manager e personaggi dello spettacolo. Per esempio: l’amatissimo dottor House non si separa mai dal suo zainetto oltre che dal suo bastone. Ma ad aver lanciato la moda in Italia è stato il ministro dell’Economia Giulio Tremonti che non disdegna di presentarsi ad appuntamenti pubblici, a volte anche istituzionali, con lo zainetto in pelle invecchiata agganciato alla spalla destra. Lo stesso vale per il presidente della Ferrari Luca Cordero di Montezemolo. Entrambi amano uno stile free e informale fino a poco tempo fa esclusiva dei ragazzi. In realtà lo zaino è perfetto per il business perché consente di portare con sé tutto il necessario non solo per una giornata in ufficio, ma anche un eventuale cambio per una serata fuori o addirittura l’essenziale per una breve trasferta. Lo spazio a disposizione è certamente molto di più di quello di una classica 24 ore e permette agli uomini di imitare l’abitudine tipicamente femminile di portarsi sempre appresso un pezzo di casa.

Insomma, lo zaino è un accessorio sdoganato: si può usare in ufficio. Le aziende lo hanno capito e hanno iniziato a creare modelli perfetti per l’uso business. Oggi lo si può trovare nelle forme più classiche, dalle morbide e bombate a quelle più squadrate e rigide e in materiali tra i più svariati, dai tecnici, in tela indistruttibile a quelli più eleganti e talvolta insoliti e preziosi come il cuoio invecchiato manualmente o le pelli martellate. Ma il suo primo vero sdoganamento dal mondo globetrotter, però, è avvenuto grazie a una sfida intrapresa da una delle grandi donne della moda: Miuccia Prada. Verso la fine degli anni ‘70 infatti, grazie all’avvento di nuovi materiali come la plastica e il nylon inizia la sperimentazione della stilista che la porterà alla scoperta di un innovativo filato leggero come la seta ma robusto e impermeabile. Purtroppo all’inizio questo esperimento non ha avuto il successo sperato. Ma nella metà degli anni ‘80 comincia a esser visto sulle spalle delle modelle che invadono Milano nel periodo d’oro nella storia della moda, diventando l’oggetto più richiesto dalle fashion addicted. Finisce così che da sconosciuto, lo zainetto si trasforma in feticcio, entrando nella storia del costume moderno. E da qualche anno, tanti, innumerevoli modelli compaiono sulle spalle anche degli uomini glam.

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