Cosa indossare nei mesi autunnali è un’annosa questione che sfida anche i sostenitori del tanto abusato “non esistono più le mezze stagioni”. Il ritorno in città, da settembre in avanti, è infatti generalmente caratterizzato da un periodo d’incertezza metereologica che obbliga ad abbandonare gli abiti leggeri cui ci ha abituato l’estate. Questo è il momento ideale per l’uso dei tessuti impermeabili e tecnici, che contraddistinguono ormai una grande varietà di capi, tutti però appartenenti alle categorie dello sportswear o del casual, e quindi in linea di massima adatti al weekend o, tuttalpiù, al friday dress code. Cosa indossare, dunque, il resto della settimana lavorativa? Fortunatamente, si può contare su un capo intramontabile che soddisfa appieno i requisiti di formalità e stile richiesti dal rientro in ufficio: il trench.
Confezionato, nella sua versione più classica, in gabardine, risulta leggero ma mette al riparo da pioggia e intemperie e, malgrado conservi i dettagli funzionali distintivi dell’ambiente militare da cui proviene – le spalline per applicare i gradi e le mostrine, l’anello a D su cui fissare l’equipaggiamento (cartuccere e bombe a mano), la caratteristica cintura di chiusura, la falda sulla spalla inizialmente concepita per fornire protezione dal rinculo del fucile, i lacci sottogola e i polsini regolabili insieme alla patta antipioggia posteriore – è particolarmente adatto all’uso civile. LEGGI DI PIÙ: Sotto i riflettori
Capo indiscutibilmente maschile (basta anche solo considerare la sua origine “bellica”), il trench, indossato senza soluzione di continuità nel mondo della politica e del cinema, è ormai da tempo entrato con successo anche nel guardaroba femminile, che lo ha decretato un capo irrinunciabile. Ma quali sono le vere ragioni alla base di un tale apprezzamento senza confinidi genere o età? Probabilmente risiedono nel connubio riuscito tra eleganza décontracté e comodità, tra evocazione di uno stile formale, ripulito da aggressività militaresche, e versatilità. Ecco dunque sfilare sulle passerelle, di anno in anno, nuovi accordi tra tessuti classici e sportivi e tante rivisitazioni di stagione che, pur non scalfendone il fascino, ne propongono versioni attualizzate e più adatte a fasce di pubblico differenti. È quel che succede, per esempio, con i trench di Burberry Prorsum, una linea rivolta in particolare al pubblico giovane, o sulle passerelle di Ermenegildo Zegna.
In versione lunga o corta (da scegliere proporzionalmente alla propria altezza), è l’ideale con i jeans o con pantaloni di taglio sportivo. Ma, grazie alla sua estrema versatilità, si presta a interpretazioni più formali, se indossato allacciato, o più casual se portato volontariamente aperto per ammiccare a un’eleganza disinvolta. Di origine inglese, mantiene il fascino della distinzione anche quando si tratta di marchi veracemente italiani, come per esempio Allegri o Sealup.
EREDITÀ INGLESESe è dunque certo che si tratti di un capo che non può proprio mancare in nessun guardaroba, in passato qualche dubbio è stato avanzato sulla sua paternità. Comunemente viene attribuita a Thomas Burberry, specializzato nella produzione di abiti sportivi e per il tempo libero, che lo brevettò nel 1912 con il nome di Burberry Tielocken, ma un tentativo di rivendicazione l’ha portato avanti anche un altro marchio: Aquascutum (letteralmente scudo per acqua), fondato nel 1841 dal sarto John Emary in concomitanza con la registrazione del brevetto di una lana resistente all’acqua, che questi utilizzò per realizzare i cappotti degli ufficiali britannici durante la guerra di Crimea. In realtà, nel 1901, fu Burberry a ricevere dal ministero della Guerra britannico l’ordine per la produzione dei “cappotti da trincea”, da qui il nome trench, per la fanteria. A contraddistinguere il capo è la realizzazione in gabardine, stoffa in cotone o lana impermeabilizzata che lo stesso Burberry aveva già registrato nel 1870. Il tessuto, realizzato con un filato a twill compatto, garantiva un’ottima resistenza all’acqua grazie a un processo di tripla impermeabilizzazione e, al contempo, assicurava una buona ventilazione. LEGGI DI PIÙ: Trench e capispalla impermeabili
Per questo il trench verrà poi adottato anche dagli antesignani della Raf, i British Royal Flying Corps, oltre a “coprire” l’esploratore norvegese Roald Admunsen, in occasione della sua spedizione al Polo Sud, e John Alcock nella prima traversata aerea senza scalo dell’Atlantico.
DALLE TRINCEE AL CINEMAFu negli anni ’20 e durante la Grande Depressione che il trench divenne di uso comune tra la popolazione civile, per ragioni di costo – aveva un prezzo più abbordabile di un cappotto – e di praticità. A renderlo “di moda”, fu invece il cinema. Lo lanciò Greta Garbo – lo indossava nel 1928 sul set di Destino –, presto imitata da altri nomi celebri: da Bettie Davis in Schiavo d’amore del 1934, all’indimenticabile Humphrey Bogart, che lo sfoggia quasi ininterrottamente in Casablanca, spesso abbinato a un fedora calato a tre quarti sulla testa. Negli anni ’40 diventò anche l’immancabile “uniforme” dei detective e degli agenti segreti, dal grande schermo ai fumetti passando per la Tv, un’eredità che nell’immaginario comune ha conservato fino a oggi – lo indossavano Dick Tracy e il Tenente Sheridan, Peter Sellers in La pantera rosa e il tenente Colombo – fino a diventare un must anche per il guardaroba femminile dopo l’indimenticabile scena finale di Colazione da Tiffany, che lo vede indosso a una altrettanto indimenticabile Audrey Hepburn. Senza contare che, nella vita reale, lo portavano anche personaggi del calibro di Edoardo VII d’Inghilterra. Arthur Conan Doyle Wiston Churchill e Rudyard Kipling.
Capo senza tempo, ancora oggi il trench è apprezzato da vip come Andrew Garfield o will.i.am, fondatore dei Black Eyed Peas, così come dai reali più attenti all’etichetta, e rappresenta un elemento imprescindibile per ogni guardaroba. LEGGI DI PIÙ: Easy going, giacca a scomparsa
BURBERRY STYLESe, dunque, nonostante le “pretese” di Aquascutum, ufficialmente la storia attribuisce l’invenzione del trench coat a Thomas Burberry, è anche perché negli anni il suo nome si è “irrimediabilmente” legato a questo capo. La ricerca innovativa sul materiale – l’attenta selezione delle materie prime, come il cotone che viene scelto per la finezza e la lunghezza delle fibre – l’attenzione ai dettagli sartoriali e il design connotano in modo inconfondibile il trench Burberry. Sono necessarie circa tre settimane e più di cento processi di lavorazione (abilmente appresi dagli artigiani nel corso di un intero anno di specializzazione) per confezionare un capo nell’azienda di Castleford.
In particolare, una sua peculiarità è l’impuntura del collo, realizzata a mano con 180 piccole cuciture sul colletto, che conferisce una curvatura morbida, perfettamente adattabile al collo di chi lo indossa. Altro particolare distintivo (anche se non immediatamente visibile) è il processo noto col nome di “raddoppio”: la lavorazione che conferisce al filato robustezza e durabilità grazie all’intreccio di due fili sottili. Un rigoroso controllo è poi dedicato anche al colore del gabardine Burberry: attingendo dall’archivio aziendale, si può scegliere tra il miele, il pietra e il nero, tutti sottoposti costantemente all’approvazione di esperti della fabbrica. Tra gli elementi distintivi divenuti un fattore identitario caratteristico per l’azienda inglese il motivo check nei colori cammello, avorio, rosso e nero, che caratterizza la fodera del capo. Questa viene cucita in modo simmetrico internamente ed esternamente, in modo da conferire continuità al pattern. L’unica eccezione è il colletto, dove le inconfondibili linee della fodera a check risultano angolate di 45 gradi. Il modello Heritage (in apertura), che mantiene le tradizionali caratteristiche funzionali destinate all’uso militare, come la piega posteriore originariamente creata per dare agio a chi indossava il coat a cavallo, è declinato in collezioni e lunghezze differenti: Sandringham dal taglio aderente proposto nelle lunghezze corta e lunga; Kensington, connotato dal taglio moderno e confezionato nelle versioni corta e media; Wiltshire, anch’esso dal taglio moderno e in lunghezza media con maniche raglan e Westminster, il più lungo dal taglio classico.
INDIRIZZI Allegritel: 0571 75811www.allegri.com Boggitel: 039 596411www.boggi.it Burberrytel: 800 96213600it.burberry.com Ecoalfecoalf.com Ganttel: 015 2556480www.gant.com Hernotel: 0322 77091www.herno.it Sealuptel: 02 96779510www.sealup.net Timberlandtel: 800 793760www.timberland.it |